Italiano deluso, non si nasconde «È dura, ripartiamo da zero»
Il tecnico e i paragoni con Thiago: spero che la squadra sbocci
Inevitabilmente mogio, abbattuto, cupo. Vincenzo Italiano non può che essere così. Allineato ai 25 mila. Delusi, tristi, ma siamo all’inizio, non al ‘final’. Secondo pareggio al Dall’Ara, zero vittorie, pochi punti, diversi mugugni e qualche fischio che non si sentiva da mesi. «Sono cupo perché ho 2 punti, vorrei sempre vincere, qualche tifoso è andato via anche arrabbiato, sono arrabbiato come loro e passerò 15 giorni cupo proprio come i tifosi. Mi sarebbe piaciuto avere 9 punti, non ce li ho e devo studiare per andare a fare punti a Como».
Avventura più dura del previsto? Il tecnico siciliano nella risposta è schietto, e questa partenza faticosa e psicologicamente pericolosa, la spiega così come la spiegherebbe (e la spiega) un tifoso. «Questa avventura è dura, è dura per me, è dura per tutta la gente che viene allo stadio, è dura perché non c’è più Zirkzee, non c’è più Calafiori, non c’è più Saelemakers, non c’è più Kristiansen, Ferguson è infortunato, non c’è più l’allenatore dell’anno scorso, quindi partiamo tutti da zero. Queste partite sono convinto che l’anno scorso questa squadra l’avrebbe vinta». Questa o quella? L’elenco degli ‘assenti’, cioè dei ceduti, non deve essere un alibi, ma uno sprone per scrivere quanto prima un capitolo completamente nuovo. Che oggi si fatica a vedere. «Siamo ripartiti quasi da zero, con giocatori da ricondizionare, alcuni farli crescere, altri li aspettiamo. Sono contento per le partite in casa, molto contento, meno per quella di Napoli. Siamo alla terza giornata, è un mese e mezzo che lavoriamo insieme, quindi io devo per forza mantenere fiducia, entusiasmo, voglia di lavorare con i ragazzi appena tornano dalla nazionale, aggiustando qualcosina sia davanti che dietro».
Come nell’occasione del gol subito e di quello graziato da Solbakken: due azioni fotocopia. «In generale abbiamo concesso poco, un’occasione clamorosa sì, ma anche noi ne abbiamo avute due. Sì, si è ripetuta l’azione del gol subìto, ma lavorando potremo mettere a posto anche quelle cose». La strada è quella, sì. «Lavorare su tanti aspetti positivi e negativi un po’ meno mi lascia fiducioso. Come è successo l’anno scorso, la squadra è sbocciata un po’ più avanti, mi auguro che possa capitare anche a me e trovare la chiave e la quadra come è successo a Thiago». Il sogno di tutti.