«Il Marconi non è il peggiore, raggiungerlo è una odissea»
Gentile direttore,sono, per ragioni di lavoro, una pendolare degli aerei. Dal 2018, tutte le settimane parto per Lussemburgo (e ritorno) e molto spesso prendo coincidenze da aeroporti belgi, tedeschi, francesi, svizzeri. Vorrei dunque fornire, anche in un’ottica comparativa, un giudizio obiettivo sul nostro aeroporto, sulle sue debolezze, ma anche sui suoi punti di forza. Vorrei cominciare da questi ultimi, in particolare dal personale, calmo e cortese, pronto a risolvere situazioni critiche. I controlli dei bagagli si svolgono rapidamente e sono corretti, senza le inutili e puntigliose pretese che il passeggero utilizzi per i liquidi solo quel preciso sacchettino regolamentare o le assurde «confische» che avvengono in altri scali europei, dettate da ragioni che nulla hanno a che fare con la sicurezza. Le procedure di imbarco ai gates sono mediamente rapide; e se dopo il Covid tutti gli aeroporti europei hanno attraversato anni di caos, bisogna riconoscere che lo scalo di Bologna ha retto bene. Le cose da migliorare subito, oltre ovviamente ai posti a sedere per chi aspetta gli aerei (magari avanzando il controllo bagagli in una parte di quella che ora è la sala esterna?), è il numero delle navette per imbarcare e sbarcare i passeggeri, oggi troppo poche (alcune eternamente fuori uso, a detta dello stesso personale). Altrettanto importante è eliminare le scale che oggi i passeggeri devono scendere sollevando pesanti trolley per raggiungere l’aereo, sostituendole con i fingers o, almeno, con rampe, ora presenti solo in alcune porte. Occorrerà poi fare un’attenta analisi per capire quanta parte dei ritardi dei voli sia da imputare alle compagnie aeree e quanta invece alle strutture del Marconi. Sull’igiene dei bagni, invece, personalmente non ho mai trovato grosse défaillances, ma certo questo dipende molto anche dalle persone che li hanno usati prima di te… Ma per chi viaggia i problemi non sono certo limitati alla struttura aereoportuale e sarebbe miope e anche ipocrita ignorare il grande problema di come si arriva all’aeroporto. Come è possibile che i lavori sul ponte della via Emilia debbano durare anni? Il paragone con il ponte di Genova è impietoso. I concomitanti lavori del tram e gli imminenti lavori in tangenziale rischiano di creare la tempesta perfetta, ovvero una situazione da incubo. Certo, il People mover, da quando funziona regolarmente, è una benedizione, ma bisognerebbe aumentarne capienza e orari di funzionamento, spingendo anche per un ritocco al ribasso del prezzo del biglietto. Anche i parcheggi per i taxi dovrebbero essere ampliati e dovrebbe essere installata una colonnina per chiamarli quando non ci sono. Infine, piuttosto che aggrapparsi all’idea, rinunciataria e perdente, di decentrare voli su altri aeroporti, preferirei che, a tutti i livelli, si facesse quello che si può per mettere l’aeroporto all’altezza della città. Capisco i disagi di chi abita in prossimità del Marconi, ma faccio presente che a Lussemburgo il problema è stato risolto con incentivi per i tripli vetri. E mi fanno sorridere le battute sprezzanti sui low cost, che pure hanno fatto di Bologna una meta turistica: chi viaggia spesso anche per lavoro sa quanto sia più affidabile la Ryanair della maggior parte delle più blasonate compagnie europee.