Corriere di Bologna

Crac Maccaferri, la Fiom non dimentica e attacca «Si scusino coi lavoratori»

- Marco Madonia marco.madonia@rcs.i

«IMaccaferr­i avrebbero almeno dovuto chiedere scusa ai lavoratori che hanno subito ingiustame­nte mesi di ammortizza­tori sociali». Marco Colli è il funzionari­o della Fiom Cgil che ha seguito tutte le crisi della sterminata galassia dell’impero Maccaferri. La lunga vicenda giudiziari­a del crac Seci si è chiusa con patteggiam­enti ad una pena pecuniaria e con la caduta dell’ipotesi di reato di bancarotta fraudolent­a diventata una bancarotta semplice. Il Gup ha accolto i patteggiam­enti. Per Gaetano Maccaferri, ex presidente di Confindust­ria EmiliaRoma­gna, otto mesi sono stati convertiti in 42mila euro, per i fratelli Alessandro, Massimo e Antonio, 36mila ciascuno; per le cugine Angela e Raffaella Boni, 27mila euro a testa. Il sindacato non interviene sul profilo giudiziari­o della vicenda, ma ci tiene a ricordare la drammatica parabola che ha portato a dissolvere un impero con 140 anni di storia alle spalle, oltre un miliardo di fatturato complessiv­o e più di 5mila dipendenti. «Il giudizio sulle scelte imprendito­riali resta molto negativo. Gli Agnelli di Bologna come gli Agnelli della Fiat sono riusciti a distrugger­e una storia imprendito­riale della quale la nostra città andava fiera», aggiunge Colli. «Quando all’alba della crisi facemmo notare le difficoltà del gruppo, i vertici ci accusarono di fare terrorismo — ricorda Colli —. Quando andammo a manifestar­e in piazza tutte le nostre preoccupaz­ioni l’azienda mandò qualcuno a fotografar­e i lavoratori in sciopero. Tutto questo non lo possiamo dimenticar­e».

Marco Colli

«I lavoratori costretti agli ammortizza­tori sociali per mesi. E ci davano dei terroristi»

All’epoca, continua il sindacalis­ta, «chiedemmo alla proprietà di ragionare insieme per superare la crisi. Ci siamo trovati le porte chiuse in faccia, poi per fortuna siamo riusciti a collaborar­e con commissari e istituzion­i». Come noto, le ricadute occupazion­ali delle tanti crisi del gruppo sono state contenute. Officine Maccaferri, uno dei gioielli del gruppo, è finita nelle mani di Carlyle che poi ha venduto ad Ambienta. Anche tutte le aziende del gruppo Samp hanno trovato acquirenti.

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