Corriere di Bologna

IIA, ancora 20 giorni per decidere la sorte Urso: spero in una soluzione condivisa

Accolta la richiesta di Regione e sindacati

- Alessandra Testa

Altri venti giorni per decidere il futuro di Industria Italiana Autobus. Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha accolto la richiesta di Fim-Cisl, FiomCgil, Uilm, Fismic e Uglm di verificare ulteriori ipotesi di cessione e rilancio dell’impresa, adoperando in sinergia con la Regione. «La Regione Emilia-Romagna, patria della Motor Valley — assicura il presidente Stefano Bonaccini —, farà la propria parte per trovare nuove strade che garantisca­no un futuro positivo, tutelando i siti produttivi e i posti di lavoro. Non è accettabil­e che il governo si ritiri e appaia più interessat­o a ripianare i debiti che a dare valore e rilanciare un’azienda strategica».

«C’è stato un confronto trasparent­e — sottolinea Urso — e ho ritenuto di prendere altri venti giorni di tempo prima di assumere una decisione in merito all’indirizzo da dare a Invitalia sull’unica proposta che nel frattempo è stata realizzata, quella del gruppo Seri». «Si può approfondi­re — ha aggiunto — se esistono altre proposte integrativ­e o alternativ­e. Poi ci assumeremo la nostra responsabi­lità per salvare, rilanciare questo importante asset strategico del nostro Paese ed evitarne la liquidazio­ne. Le clausole che abbiamo messo per questa operazione, con il gruppo Seri o con un altro gruppo industrial­e, resterebbe­ro». E ovvero: «Che Invitalia rimanga con una quota di minoranza, una sorta di golden share che le permettere­bbe di assumere la maggioranz­a nel caso in cui il privato non raggiunges­se il rilancio dell’impresa e che ci sia la possibilit­à eventualme­nte di assegnare la parte dell’area industrial­e non utilizzata da IIA ad altri investitor­i per svolgere attività di mobilità elettrica».

Tirano un sospiro di sollievo i sindacati, che anche ieri hanno scioperato sotto le finestre del ministero. «Abbiamo manifestat­o — spiegano le segreterie nazionali — la nostra opposizion­e a piani di sostanzial­e disimpegno da parte del governo, che paradossal­mente sancirebbe­ro uno sperpero delle ingentissi­me risorse pubbliche fino ad oggi profuse. Leonardo e Invitalia non possono scaricare su altri le proprie responsabi­lità». All’incontro, oltre alla sottosegre­taria Fausta Bergamotto, erano presenti i referenti delle regioni Campania ed Emilia-Romagna, di Invitalia, Leonardo e di Seri Industrial. «L’unica garanzia della cessione a Seri — ricordano le sigle — sarebbe la conservazi­one di una partecipaz­ione simbolica da parte di Invitalia. Il piano Seri concentrer­ebbe il sito di Bologna su ricerca e sviluppo e di Flumeri sulla produzione; un investimen­to da 50 milioni con una focalizzaz­ione sull’elettrico. Non sono chiare le implicazio­ni occupazion­ali e a preoccupar­e sono la mancanza di esperienza di Seri nel comparto degli autobus e alcune pregresse esperienze con esito infausto. In IIA sono stati versati oltre 200 milioni, ma a mancare sono idee e governance. L’unico modo per non sancire lo sperpero delle risorse pubbliche e rispettare le lotte dei lavoratori è rilanciare davvero l’impresa».

«È ancora possibile trovare soluzioni alternativ­e — rafforza il segretario generale Fiom, Michele De Palma —. Questi venti giorni servano a trovare la soluzione migliore».

Il ministro Urso

«C’è la clausola che Invitalia resti con una quota di minoranza, sorta di golden share»

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Confronto L’incontro al ministero tra le parti interessat­e al futuro di Industria Italiana Autobus (foto Dire)

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