I sentieri di Sendak
Alla Bologna Children’s Book Fair due incontri di Adelphi sull’illustratore. Ruzzier: «Un maestro»
Sergio Ruzzier lo conosce bene Maurice Sendak (1928-2012), scrittore e disegnatore che con ironia ha scoperchiato le paure dell’infanzia. Deve a lui la svolta che lo ha portato, a sua volta, a essere un apprezzato autore e illustratore per ragazzi che oggi vive nell’Appennino modenese. «Nel 2011, poco prima di morire, mi ha selezionato per la Sendak Fellowship, una residenza di un mese nella sua casa immersa nel verde di un bosco nel Connecticut. Non c’erano obblighi produttivi. Eravamo in pochi: ci mostrava i suoi libri, le sue collezioni di stampe e quadri; dialogavamo con lui. Là mi è venuta l’idea di Pretesti, un mio fortunato volume». Di Sendak si parlerà alla Bologna Children’s Book Fair (dall’all’11 aprile in Fiera) in due occasioni, a cura delle edizioni Adelphi che ne stanno pubblicando l’opera nella bella collana per ragazzi «I cavoli a merenda»: l’8 aprile alle 11 nel Caffè Traduttori Anna Castagnoli, Ruzzier, Lisa Toppi e Cora Presezzi parleranno delle sfide che Sendak pone a chi appresta versioni delle sue opere; il 10 alle 16.30 nella sala Allegretto Ruzzier dialogherà con Lynn Caponera, vicina di casa di Sendak che si appassionò della sua opera tanto da diventarne l’assistente e poi la presidente della Sendak Foundation.
Ruzzier, chi era Maurice Sendak?
«È stato il più grande autore e illustratore di libri per l’infanzia. La sua influenza è stata mondiale. Faceva il vetrinista di un negozio di giocattoli a New York: fu scoperto da una editor intelligente. Nato e cresciuto in una famiglia ebrea a Brooklyn, con il successo si sposta a Manhattan, per poi trasferirsi nel 1971-72 nel Connecticut».
Che tipo era?
«Era molto simpatico. Il suo era un umorismo nero, che lo faceva a volte ritenere un brontolone maligno. Ma in realtà era dolcissimo».
La provenienza ebraica influenza il suo umorismo?
«Aveva una cultura infinita, soprattutto artistica e musicale. Amava Blake, Turner, Rembrandt,
Piero delle Francesca, e poi Mozart, Verdi, Mahler. Quello ebraico era il retroterra familiare».
Il suo segno è molto vario. Ma nei libri più famosi, “Nel pase dei mostri selvaggi”, il viaggio di un bambino terribile lontano dalle sicurezze di casa, o “Nel mondo là fuori”, storia del rapimento di un neonato da parte dei goblin, si nota un carattere espressionista.
«Nei diversi libri usa tecniche differenti, dal grottesco al romantico al fumettistico. Varia il segno a seconda del progetto. Nei Gusci di noce riprende le tipologie classiche sette-ottocentesche della letteratura per l’infanzia angloamericana: gli abbecedari, i libri dei primi conti, quelli sui mesi e le storie morali».
I suoi testi guardano all’altro, al selvaggio, a ciò che sta fuori dalla cameretta.
«L’infanzia per lui è precarietà; i bambini sono piccole creature indifese che hanno a che fare con la difficoltà del vivere e con la morte».
Lei ha tradotto “BomboLardo”, l’ultima opera di Sendak. Di cosa si tratta?
«È una storia semplice, ricca di profondità. Un porcellino invita i suoi amici al primo compleanno che festeggia, a nove anni. Quelli distruggono la casa. La zia, con cui vive, vuole punirlo e lui promette che non festeggerà più gli anni: annuncia, sottotraccia, la propria morte (per macelleria). Questo testo, con rime, come nelle filastrocche, compie il ciclo iniziato con “Nel paese dei mostri selvaggi”. Bombo-Lardo non evade in altri mondi, è meno avventuroso: prova a fare della casa un altrove, ma si rivela un apprendista stregone. Sendak amava molto Fantasia di Walt Disney».
I personaggi in questi testi si scatenano, fino a danze che sembrano sabba.
«E l’immagine, all’inizio contenuta in cornici precise, dilaga prendendo tutto il posto disponibile. Rompe i margini».
Oggi lei fa parte del consiglio direttivo della Sendak Foundation. Che cosa fate?
«Ne amministriamo l’eredità, revisionando le edizioni, vagliando le numerose proposte di mostre o spettacoli… Sendak è stato anche scenografo e costumista. È un’associazione no profit, che si muove anche nel campo dell’assistenza ai bambini e ai cani, grande sua passione».