Rosa Luxemburg, piano anti-dispersione «Laboratori fuori aula per gli alunni a rischio»
Canepa: «Nel 2023 in prima bocciato il 38%»
Mentre i loro compagni sono in aula a fare lezione, loro escono in altri spazi messi a disposizione della scuola e fanno laboratori e attività che spaziano dal videomaking alla serigrafia, dal digital marketing all’educazione finanziaria, seguiti da una cooperativa individuata insieme agli operatori del quartiere Navile. L’istituto tecnico Rosa Luxemburg potenzia al massimo il suo piano anti-dispersione per evitare che i ragazzini in evidente disagio scolastico e personale, con troppe materie insufficienti in corso d’anno, non vadano più a scuola e se ne perdano quindi le tracce già negli anni dell’obbligo. Una strategia per tenerli agganciati comunque all’ambiente scolastico e consentire loro di acquisire alcune competenze di base senza però costringerli a un contesto verso cui danno segnali di grave insofferenza.
«Abbiamo sempre collaborato con i servizi educativi del Navile — spiega la dirigente Alessandra Canepa — per garantie ai soggetti più a rischio dispersione dei percorsi esterni alla scuola; il quartiere ci fa una proposta di Servizio di aggancio scolastico (Sas) e si elaborano piani personalizzati per far sì che i ragazzini più fragili vengano presi in carico dagli educatori di quartiere che li portano a fare attività esterne che valgono comunque ai fini della presenza scolastica». Come fossero ore di didattica frontale.
Ma il Rosa Luxemburg, una scuola da 860 studenti, ha voluto andare oltre e farsi un suo Servizio di aggancio scolastico interno utilizzando i fondi anti-dispersione del Pnrr. «Con i fondi — spiega Canepa — da inizio marzo attiveremo laboratori interni con un ente del terzo settore suggeritoci dal Navile. I ragazzi staranno quindi fisicamente a scuola e faranno laboratori e attività ad hoc per loro, mentre gli altri proseguiranno l’attività didattica. Sono tutti alunni che si sono già preiscritti alla formazione professionale per l’anno successivo e quindi sanno che a giugno usciranno o ragazzi in situazione di disagio scolastico e comportamentale che faticano a stare in classe con i compagni e che, senza questa possibilità alternativa, non verrebbero nemmeno a scuola. Abbandonarli a loro stessi li priverebbe di dignità e li esporrebbe al rischio di stare per strada, in questo modo li teniamo agganciati a un contesto qualificante e dignitoso».
Il piano anti-dispersione ha un nome che la dice lunga sull’obiettivo: «Tutti a bordo». «Perché qui non vogliamo lasciare fuori nessuno», dice Canepa. Che snocciola numeri importanti per inquadrare un fenomeno riconducibile anche, spiega lei, a un cattivo orientamento fatto alle medie. «Nel ‘22-’23 — spiega — abbiamo avuto il 7,2% degli alunni trasferiti nelle prime e il 6,5% nelle seconde». Alunni che in corso d’anno se ne sono andati; in seconda è più facile, spiega la dirigente, che si trasferiscano alla formazione professionale. Anche il dato delle bocciature fa riflettere: «L’anno scorso è stato bocciato il 38% degli alunni in prima, segno che l’orientamento è sbagliato». Ma poi il lavoro per tenerli agganciati a scuola diventa complesso. «Per questo durante gli open day — spiega Canepa — invitiamo gli enti professionali del territorio e i ragazzi a rischio dispersione, in modo che possano già scegliere un’alternativa in fase di pre iscrizione e non trovarsi a giugno senza dove andare».
Fondi del Pnrr
La scuola ha messo i fondi del Pnrr in attività ad hoc per studenti con un forte disagio