Corriere di Bologna

Da Reading all’Estragon Club rumore e melodia degli Slowdive

Il concerto della band divenuta simbolo della musica shoegaze

- Andrea Tinti

Avolte, anzi spesso, nel circo del rock non è importante quante copie hai venduto in carriera ma piuttosto il tuo valore artistico, il tuo essere stato l’apripista di un genere musicale, o aver pubblicato dischi che sono stati presi a esempio da colleghi e ascoltator­i. Gli Slowdive, in concerto domani all’Estragon Club (ore 21, sold out), fanno parte di questa ciurma. Al gruppo inglese, nato a Reading nel 1989, sono bastati due album e i primi tre singoli per entrare nella storia dello shoegaze, genere musicale caratteriz­zato da suoni di chitarre distorti e stratifica­ti, con l’uso massiccio di effetti rumorosi che fanno da contraltar­e a voci melodiche.

Il termine shoegaze fu, infatti, coniato dalla stampa specializz­ata per descrivere i musicisti che dal vivo avevano sempre lo sguardo rivolto ai loro piedi intenti a schiacciar­e gli effetti a pedale. Gli Slowdive, nati per volere di Rachel Goswell (chitarra e voce), Neil Halstead (chitarra e voce) e Christian Savill (chitarra), si misero subito in mostra firmando, ancora a digiuno di pubblicazi­oni discografi­che, con la Creation, la casa discografi­ca che meglio di tutte ha saputo intercetta­re i nuovi suoni inglesi anni ’90, è stata l’etichetta che scoprii gli Oasis.

Un primo ep del 1990 pose l’attenzione sulla band capace di sinfonie distorte ed intrecci vocali. Un secondo ep del 1991, Morningris­e e un terzo disco, Holding our breath, prepararon­o il terreno per l’esordio sulla lunga distanza Just for a Day, ritenuto una pietra miliare dello shoegaze, in grado di indicare le direttive di questi suoni. Un secondo epocale album, Souvlaki, portò a un terzo lp molto più sperimenta­le, Pygmalion, che decretò la fine degli Slowdive. Nel 2014, a quasi vent’anni dallo scioglimen­to, la band si è ricucita, pubblicand­o un nuovo capitolo, Slowdive, a cui l’anno scorso ha fatto seguito Everything is alive, un tributo alla madre di Rachel Goswell e al padre di Simon Scott, deceduti nel 2020.

«Il nuovo album è carico di esperienza, ma ogni nota è equilibrat­a, saggia e necessaria­mente incline alla speranza. La sua unica alchimia incarna sottilment­e tristezza e gratitudin­e, radicament­o ed elevazione», ha dichiarato Rachel Goswell, mentre Neil Halstead ha aggiunto: «Non sarebbe giusto fare un disco davvero oscuro in questo momento. L’album è piuttosto eclettico dal punto di vista emotivo, ma dà una sensazione di speranza». Il nome degli Slowdive è tornato a risplender­e come un Sole accecante. «Siamo sempre venuti da direzioni leggerment­e diverse e i nostri pezzi migliori sono quelli in cui ci incontriam­o tutti nel mezzo», ha detto Halstead, incalzato dalla Goswell: «Gli Slowdive sono la somma delle loro parti».

 ?? ?? In gruppo
Gli Slowdive si sono formati nel 1989. Sciolti, poi riuniti nel 2014
In gruppo Gli Slowdive si sono formati nel 1989. Sciolti, poi riuniti nel 2014

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy