La danza di Morandi
Art City, Sieni «riapre» il Teatro Comunale con la performance «Elegia luminosa»
Gli oggetti che Giorgio Morandi ha utilizzato per i suoi quadri, ricomposti per l’occasione grazie al movimento delle danzatrici che il 65enne coreografo fiorentino Virgilio Sieni ha assemblato per il progetto Elegia Luminosa, creato per «Art City». Nella sala del Bibbiena dello storico Teatro Comunale, chiuso per ristrutturazione. Svuotata delle poltrone, ma riaperta per l’occasione perché non ancora interessata dai lavori.
I primi oggetti depositati nella performance sono originali di Casa Morandi. Per Sieni
«un’iniziazione, un percorso sciamanico, legato a come Morandi arriva alla natura morta, al fatto di dormirci insieme a quegli oggetti, di disporli in una certa maniera, di spostarli in modo millimetrico giorno dopo giorno. È un lavoro sulla tattilità, attraverso semplici gesti che portano avanti gli oggetti sino a creare una scultura finale». La performance si terrà da oggi, 18 e 19,30, a domenica, ripetuta per undici volte in tutto, con ingresso gratuito ma prenotazione su TicketSms.
Al lavoro da mesi, Sieni è partito da una call a cui hanno risposto una sessantina di ragazzi. Con 18 ha portato avanti un workshop al Tpo, 5 ore al giorno, con interpreti provenienti anche dalla sua Accademia sull’arte del gesto creata nel 2007. Il progetto, racconta il curatore Lorenzo Balbi, è nato dalla visita di Sieni a Casa Morandi, in via Fondazza: «Sulla scorta della sua indagine sulla ripetitività del gesto quotidiano, gli ho lanciato una sfida, chiedendogli se avesse mai ragionato sulla pratica di Morandi, sui suoi gesti minimi, privati, rituali».
Sieni l’ha raccolta al volo: «Avevo già fatto un lavoro su Morandi a Bologna, nel 2022, Ballo 1890_Natura Morta. Morandi mi ha sempre accompagnato così come Cézanne, con le Bagnanti che porto avanti, e Piero della Francesca. Io sono un longhiano, di Morandi mi piaceva tutto, non la maniera di dipingere ma la sua dimensione così inattuale. La sua postura intellettuale e concettuale sul proseguire un’opera nono
stante tutto ci dice che Morandi ha in potenza qualcosa che spesso nell’arte contemporanea viene scartata, ma lui ha espresso sempre novità».
La pratica che Sieni ha seguito è stata «farsi guidare dall’oggetto, non toccarlo. Quello che insegno è riuscire a muovere il corpo senza entrare nell’imbuto della memoria autoreferenziale, ma guardando gli altri. Questo crea comunità, perché una persona si riconosce nell’altra. Come faccio a ricordarmi un movimento in un certo momento? O in un modo mnemonico medievale oppure osservando gli altri che fanno movimenti simili o identici. A nostra insaputa ogni minimo movimento scatena dentro qualcosa ormai a noi sconosciuto, il corpo elabora emozionalità. Cerco di insegnare la dimensione molecolare del movimento, recuperando miliardi di movimenti originari. Sembra complesso, ma basta farlo e si capisce subito». Il progetto comprende anche «Atelier Morandi - Palestra Auratica», ciclo di lezioni sul gesto rivolte a persone di tutte le età e a studenti dell’Accademia di Belle Arti: «Quando apriremo la Palestra Auratica, le persone si ricorderanno esattamente l’opera di Morandi non perché la vedono, ma perché la indossano, la abitano per due ore. È miracoloso, rivoluzionario, se si pensa che di solito di fronte a un quadro si sta solo per pochi secondi».
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Un’iniziazione, un percorso sciamanico legato a come l’artista arriva alla natura morta, al fatto di dormire insieme a quegli oggetti, di spostarli