Bellini, la difesa vuole la perizia sulla foto e l’imputato in aula
«Il processo d’appello a Paolo Bellini dev’essere celebrato con l’imputato in aula». Non si arrendono i difensori dell’ex terrorista nero di Avanguardia nazionale, condannato all’ergastolo per la strage del 2 Agosto, che ieri alla prima udienza del processo di secondo grado hanno rinnovato l’istanza alla Corte perché sia disposta la traduzione dell’imputato dal carcere di massima sicurezza di Spoleto o un suo trasferimento temporaneo in un carcere dell’Emilia-Romagna.
Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha negato questa possibilità alla vigilia del processo per motivi di sicurezza e di mancanza di personale, garantendo all’imputato il collegamento video. Ma per i difensori Manfredo Fiormonti e Antonio Capitella «il diritto costituzionalmente garantito di Bellini di assistere all’udienza è preminente rispetto alle esigenze di sicurezza». Il presidente della Corte d’assise Alberto Pederiali deciderà nei prossimi giorni, ma ha fatto intendere che si troverà una soluzione per permettergli di partecipare.
Bellini è detenuto dopo che a giugno è stato arrestato per le minacce di morte proferite in alcune intercettazioni contro l’ex moglie Maurizia Bonini e il giudice Francesco Maria Caruso. Proprio per questo il Dap ha negato anche un trasferimento temporaneo al carcere bolognese della Dozza, «per motivi di incompatibilità»: strutturali del penitenziario, rispetto al carcere di Spoleto, ma dovuti anche al fatto che è considerato un detenuto pericoloso, indagato per le stragi di mafia del ’92-’93 dalle Procure di Caltanissetta e Firenze e nel carcere di Bologna ci sono altri detenuti all’Alta sicurezza legati a Cosa Nostra.
Ieri inoltre i suoi difensori hanno anticipato la volontà di chiedere una perizia sul filmino amatoriale girato in stazione dal turista Harold Polzer: «c’è il fotogramma del video che abbiamo estratto dalla copia analogica fatta all’Archivio di Stato, da cui emerge l’orologio di una signora dietro al presunto Bellini che segna le 13.15 o le 12.15, incompatibile con la sua presenza a Rimini all’ora in cui dice la moglie». Le difesa punterà a smontare una prova cardine dell’accusa in primo grado.