«Più donne nei cda e parità di genere in ogni azienda»
Mezzanotte, presidente di Manageritalia in regione: ecco i nostri piani
Il 50% di donne nei consigli di amministrazione e certificazioni sulla parità di genere in ogni impresa, anche la più piccola. È l’obiettivo che si pone Cristina Mezzanotte, dal 2020 presidente di Manageritalia Emilia-Romagna, la federazione che in regione riunisce 2.664 dirigenti, quadri ed executive professional delle aziende del terziario avanzato, dal commercio ai servizi passando per trasporti e turismo. «Il 20% dei nostri manager — fa notare — è donna ed è giusto, proprio come avviene per le società quotate, che ci sia una giusta rappresentazione. Le loro professionalità non possono restare nelle retrovie». Classe 1964, è sorella della cantante dei Matia Bazar Silvia. Nel suo curriculum vi sono colossi dell’automotive come Volvo e Porsche, dove è stata la prima direttrice generale del centro di Padova.
Manageritalia è nata nel 1945 e rappresenta a livello contrattuale, previdenziale e formativo oltre 41 mila manager italiani. L’attenzione per
l’empowerment femminile è cosa recente?
«Assolutamente, no. Con il programma Produttività & Benessere parlavamo di smart working, welfare e produttività già vent’anni fa. E con “Un Fiocco in Azienda” ci occupiamo di genitorialità e mantenimento del posto di lavoro dopo la maternità dal lontano 2010. Manager 3D è il nostro gruppo al femminile che ha come missione l’inclusione, la valorizzazione delle competenze e della capacità di autodeterminazione delle donne. Troppo spesso ci autolimitiamo, credendo di non potercela fare semplicemente perché predestinate ad altri
ruoli. Percorsi motivazionali diventano allora fondamentali».
Qual è il progetto più recente che avete messo in campo a questo scopo?
«La scorsa settimana abbiamo presentato proprio a Bologna Managing For Inclusion, un percorso ideato in collaborazione con gli Ordini dei commercialisti e dei consulenti del lavoro, Unioncamere, Cida e Hub del Territorio ER per aiutare le piccole e medie imprese ad ottenere la certificazione di genere, che in Italia meno dello 0,5% delle imprese possiede. Vi hanno partecipato 120 persone. Il 20 e il 27 marzo seguiranno due giornate di formazione verticale. L’intento è trasformare questa iniziativa in un modello da imitare ed esportare in tour nel resto d’Italia».
Un altro progetto pilota nato a Bologna è «Women on board». Ce lo racconta?
«Inserito nel Piano per l’uguaglianza della Città metropolitana, è giunto alla terza edizione. Si tratta di un percorso formativo molto frequentato per favorire l’accesso delle donne a posizioni di responsabilità in aziende e società pubbliche e private per ridurre il divario di genere nei consigli di amministrazione. Tale cambiamento avrebbe un effetto positivo non solo sull’occupazione femminile, ma sulle politiche aziendali in generale. Stiamo lavorando su questi temi anche con la consigliera di parità della Regione Emilia-Romagna Sonia Alvisi e con l’assessora alle Pari opportunità Barbara Lori. Presto realizzeremo una pubblicazione con l’elenco delle professioniste a cui società e organizzazioni in cerca di componenti dei propri organi di governance potranno attingere».
E il prossimo futuro? A cosa sta lavorando Manageritalia Emilia-Romagna?
«Nella prima metà di febbraio incontreremo l’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla e la direttrice generale Morena Diazzi per organizzare un reskilling dei manager del terziario, dei medici ospedalieri e dei dirigenti scolastici del territorio. L’aggiornamento delle competenze oggi è tutto. A maggio, infine, con Bankitalia lanceremo corsi base su finanza e previdenza pensati ad hoc per le donne».
Il quadro
In Italia meno dello 0,5% delle imprese possiede la certificazione di genere