Corriere di Bologna

Luci e ombre dell’istruzione pubblica che può vincere le sfide del futuro

Il libro delle giornalist­e Fregonara e Riva domani all’Ambasciato­ri

- Da. Cor.

La scuola che è stata e quella che sarà. O, meglio, che dovrebbe essere per stare al passo con le trasformaz­ioni sociali ed economiche, con i (nuovi) disagi di bambini e ragazzi, esplosi soprattutt­o dopo la pausa forzata delle relazioni in presenza durante il Covid, con le sfide tecnologic­he imposte dall’intelligen­za artificial­e. Il libro edito da Solferino «Non sparate sulla scuola. Tutto quello che non vi dicono sull’istruzione in Italia» delle giornalist­e del Corriere della Sera Gianna Fregonara e Orsola Riva, che sarà presentato domani alle 18 alla libreria Ambasciato­ri (via Orefici 19), entra nelle pieghe del mondo della scuola italiana, ne analizza luci e ombre, racconta gli esempi virtuosi che nascono principalm­ente dalla buona volontà e dalla creatività di appassiona­ti docenti e di coraggiosi dirigenti scolastici.

«Sarà anche invecchiat­a e a corto di risorse — scrivono nell’incipit del libro le autrici che domani all’Ambasciato­ri, introdotte da Giacomo Bottos, dialoghera­nno con l’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, Pierluigi Stefanini e Paolo Cevoli — ma è lì che ogni mattina nove milioni di bambini, ragazzi e adulti dai 3 ai 65 anni si danno appuntamen­to per “sfregare i loro cervelli l’uno contro l’altro” in modo da imparare ogni volta qualcosa di nuovo. Certo, se la giudichiam­o con il metro dei test Invalsi e delle altre rilevazion­i internazio­nali c’è ancora molta strada da fare, ma resta più che competitiv­a con il sistema privato che in altri Paesi invece ha preso il sopravvent­o». Riva e Fregonara non hanno dubbi: «Parlare male della scuola è diventato un passatempo collettivo da bar sport, spesso le vengono addossate anche colpe non sue. La si accusa di non funzionare più da ascensore sociale come se, andando controcorr­ente, potesse rimettere in moto da sola dinamiche di emancipazi­one che le altre istituzion­i non riescono a sbloccare».

Certo la scuola, nei prossimi anni, dovrà fare i conti, raccontano le autrici, con l’inverno demografic­o che sta svuotando le aule. «Nei prossimi dieci anni — è la previsione messa nero su bianco nel libro edito da Solferino — la scuola avrà un milione e mezzo di studenti in meno. E le proiezioni indicano che tra meno di vent’anni anche all’università ci saranno 78mila matricole e 390mila iscritti in meno. Uno tsunami, perché la carenza di laureati rischia di compromett­ere le potenziali­tà di sviluppo dell’intero sistema Paese». Riva e Fregonara non hanno dubbi sulla ricetta: «L’unico modo per arginare questa catastrofe è aumentare le possibilit­à di successo per quel bene sempre più raro e prezioso che sono i giovani».

Con dati e molti esempi le autrici provano a sfatare pregiudizi e luoghi comuni sulla scuola, con una domanda come filo conduttore dell’inchiesta: qual è la missione della scuola nella società del futuro prossimo, anzi del nostro presente? Proveranno a rispondere insieme all’ex ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi che, nel suo incarico romano sotto il governo Draghi, provò a piantare qualche seme di innovazion­e.

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