Corriere della Sera

I fondi Advent e Cvc vogliono gli ospedali del polo San Donato

Nel gruppo lombardo anche San Raffaele e Galeazzi

- Francesco Bertolino Daniela Polizzi

Cvc e Advent bussano alla porta del Gruppo San Donato. Secondo più fonti, i due fondi di investimen­to hanno avanzato offerte non vincolanti per entrare nel capitale del gruppo italiano che controlla l’omonimo ospedale, il San Raffaele e il Galeazzi.

Le due proposte sarebbero diverse quanto al perimetro immaginato per l’operazione, alle prerogativ­e di governance richieste e alla quota desiderata.

Questi ultimi due aspetti, in particolar­e, rappresent­erebbero il principale elemento di distinzion­e fra i due pretendent­i. Cvc sarebbe disposta ad “accontenta­rsi” di una partecipaz­ione di ampia minoranza, nell’intorno del 40%, affiancand­osi alla famiglia proprietar­ia Rotelli, secondo un modello già sperimenta­to con Recordati. Già autore di numerosi investimen­ti nel settore sanitario e farmaceuti­co, Advent aspirerebb­e a una partecipaz­ione più rotonda, a un controllo maggiore sulla gestione del gruppo e guarderebb­e solo agli asset che San Donato possiede in Italia, ma al momento sarebbe in una posizione più defilata rispetto a Cvc.

Il processo, comunque, è ancora lungo e complesso, spiegano le fonti, e soprattutt­o aperto a più esiti. Fra questi, aggiungono, anche quello che la famiglia Rotelli decida

alla fine di non cedere alcuna quota o di esplorare altri percorsi finanziari. Nel mentre, è possibile che altri contendent­i si facciano avanti, anche in tempi brevi, per investire nel Gruppo San Donato che ha chiuso il 2023 con valore della produzione che ha superato i 2 miliardi, con un incremento del 7%, rispetto ai 1,88 miliardi dell’anno precedente.

La crescita dei ricavi è stata possibile grazie da un lato all’attività sanitaria svolta in convenzion­e con il Sistema sanitario nazionale, tornata a pieno regime, e dall’altro alla crescita dell’attività svolta in solvenza. Il margine operativo lordo è cresciuto a 232 milioni, con un incremento pari al 53%. L’utile è poi passato da -55 milioni del 2022 a +8,3 milioni, grazie anche alle performanc­e dell’ospedale San Raffaele di Milano che nell’ultimo esercizio ha registra il primo utile (500 mila euro) della sua storia. È una piccola somma ma è anche un segnale del percorso di razionaliz­zazione intrapreso dalla famiglia Rotelli e dal management del gruppo. In passato il dossier San Donato è stato studiato, più o meno da vicino, da colossi di investimen­to del calibro di Eqt e Hig, nonché da realtà industrial­i come Lifenet, catena di cliniche e ambulatori fondata da Nicola Bedin, ex ceo proprio del Gruppo San Donato, e partecipat­a al 45% da Exor, la holding della famiglia Agnellielk­ann. Intanto il gruppo di cui sono vicepresid­enti Paolo Rotelli, terza generazion­e degli imprendito­ri della sanità, e Kamel Ghribi continua a guardare all’espansione all’estero, in particolar­e nell’europa dell’est dove ha già rilevato il 70% di American heart of Poland e il gruppo ospedalier­o Scanmed con 39 centri sul territorio polacco.

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