Oltre 20 nuovi reati nel ddl Sicurezza Castrazione chimica, nascerà un «tavolo»
Passa, con 162 sì, 91 no e 3 astenuti il ddl Sicurezza in discussione alla Camera. Ora il provvedimento, che dispone diverse strette e introduce oltre 20 nuovi reati, dovrà essere approvato dal Senato dove Matteo Salvini annuncia che la Lega chiederà una via preferenziale. E nell’ultimo giorno di discussione, sul tema sicurezza a Montecitorio rientra un argomento che è un cavallo di battaglia del Carroccio: introdurre la castrazione chimica per gli stupratori.
La proposta è in un ordine del giorno firmato da Igor Iezzi, trova la sponda del governo ed è approvata dall’aula. Prevede che si istruisca una commissione o un tavolo tecnico che valuti la «possibilità per il condannato di reati di violenza sessuale», di aderire a «percorsi di assistenza sanitaria, sia psichiatrica sia farmacologica, anche con un eventuale trattamento di blocco androgenico». Salvini si dice «molto felice che si avvii finalmente il percorso di castrazione chimica per pedofili e stupratori». Insorgono le opposizioni: «Vogliono riportare il Paese alle pene corporali», per la pd Boldrini; «La Lega trascina la destra nella sua ossessione repressiva», sostengono da Avs. Ma è all’impianto generale del ddl che si rivolge il coro di critiche: «Niente risorse, né rafforzamento degli organici delle forze di polizia — è l’opinione di Federico Cafiero de Raho del M5S — ma solo inasprimento delle pene e introduzione di nuovi reati».
Tra le molte novità, viene infatti varata la norma chiamata dalle opposizioni «anti no Ponte e no Tav», che prevede come aggravante di una violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, che questa sia «commessa per impedire la realizzazione di un’opera strategica». Ci sono poi il nuovo reato contro l’occupazione abusiva, la stretta sulla cannabis light e il divieto di vendere sim agli stranieri privi di permesso di soggiorno. Rispetto alle carceri, infine, si introduce il reato di «resistenza passiva» in caso di rivolta, e diventa facoltativo il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto l’anno. «Questo governo punta ai like», attacca Maria Elena Boschi di Iv. Al contrario, per Tommaso Foti di FDI, «dopo anni di lassismo, la sicurezza torna priorità. È solo l’inizio».
Lo scontro
In un odg della Lega la mossa anti-stupratori Boldrini: ossessione De Raho: zero risorse