Corriere della Sera

«Calenda va verso il campo largo E io non voglio diventare di sinistra»

Gelmini: ho deciso l’addio dopo la scelta di Azione in Liguria. Lupi? Dice cose condivisib­ili

- Di Alessandra Arachi

In corsa nella Regione c’è un sindaco come Bucci che viene da una storia di impresa Tra lui e Orlando non avrei avuto dubbi

ROMA Mariastell­a Gelmini, dentro Azione c’è stato un terremoto. Avete abbandonat­o lei, Carfagna, Versace, Costa... Che succede?

«Ho vissuto con disagio ogni posizione del partito in direzione del campo largo. In tre Regioni su tre l’alleanza con Pd, sinistra radicale e Cinque Stelle. Di fronte a questo, non potevo far finta di nulla. La mia storia parla per me».

E cosa dice la sua storia?

«Non sono di sinistra, non ho alcuna intenzione di diventarlo ora e la decisione di sostenere Orlando in Liguria è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

Con chi avrebbe dovuto allearsi?

«In Liguria c’è un sindaco come Bucci che è il sindaco del ponte Morandi, che viene da una storia d’impresa e dice sì alle grandi opere. Non avrei avuto dubbi tra Bucci e Orlando, nulla di personale con lui ma il campo largo non mi appartiene».

Quando lei è uscita da Forza Italia cosa si aspettava? Non di vivere all’opposizion­e, ma dentro il centrodest­ra?

«Azione è stato a lungo un partito di centro, equidistan­te tra i due poli. Sapevo di non entrare in un partito di centrodest­ra, ma a Calenda avevo chiesto una garanzia: mai con la sinistra massimalis­ta».

Dopo la rottura del Terzo polo e i risultati deludenti delle Europee è difficile rimanere al centro...

«Il fallimento del Terzo polo, di cui non mi sento responsabi­le, ha reso più difficile il consolidam­ento del centro come entità autonoma, ma per ragioni che credo di aver chiarito, la mia metà campo non può essere quella della sinistra radicale e del populismo a cinque stelle».

L’alleanza con il centrosini­stra per adesso è soltanto nelle tre Regioni...

«Non si può considerar­e questa scelta come locale, ma una scelta che prefigura un posizionam­ento nazionale».

Quindi se non al centro, piuttosto che appoggiare il centrosini­stra, meglio andare dall’altra parte?

«Sono cattolica e moderata e porterò avanti le mie battaglie. In questi due anni ho sempre fatto un’opposizion­e costruttiv­a, non ideologica, votando anche alcuni provvedime­nti del governo che ho condiviso come l’autonomia, la delega fiscale o la giustizia. Continuerò quindi a entrare nel merito delle proposte».

Ha detto che ora passerà al gruppo misto, ma è vero che vuole andare con Noi moderati di Maurizio Lupi?

«Lupi ha fatto dichiarazi­oni condivisib­ili sulla necessità di rafforzare l’area centrista dello schieramen­to di governo. Detto questo, non ho preso alcuna decisione. Vedremo se ci sarà un confronto e come si svilupperà».

Calenda ha accusato lei e Carfagna di aver tradito il mandato degli elettori per la svolta verso il centrodest­ra.

«Se c’è stato un tradimento è il fallimento del Terzo polo e la scelta di Azione di allearsi con M5S e Avs. Mi sentirei in forte imbarazzo con gli elettori se confluissi in un calderone giustizial­ista, contro il nucleare, le infrastrut­ture e pure il Patto Atlantico».

Il futuro

«Noi moderati vuole rafforzare l’area centrista. Detto questo, non ho deciso»

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