«Calenda va verso il campo largo E io non voglio diventare di sinistra»
Gelmini: ho deciso l’addio dopo la scelta di Azione in Liguria. Lupi? Dice cose condivisibili
In corsa nella Regione c’è un sindaco come Bucci che viene da una storia di impresa Tra lui e Orlando non avrei avuto dubbi
ROMA Mariastella Gelmini, dentro Azione c’è stato un terremoto. Avete abbandonato lei, Carfagna, Versace, Costa... Che succede?
«Ho vissuto con disagio ogni posizione del partito in direzione del campo largo. In tre Regioni su tre l’alleanza con Pd, sinistra radicale e Cinque Stelle. Di fronte a questo, non potevo far finta di nulla. La mia storia parla per me».
E cosa dice la sua storia?
«Non sono di sinistra, non ho alcuna intenzione di diventarlo ora e la decisione di sostenere Orlando in Liguria è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
Con chi avrebbe dovuto allearsi?
«In Liguria c’è un sindaco come Bucci che è il sindaco del ponte Morandi, che viene da una storia d’impresa e dice sì alle grandi opere. Non avrei avuto dubbi tra Bucci e Orlando, nulla di personale con lui ma il campo largo non mi appartiene».
Quando lei è uscita da Forza Italia cosa si aspettava? Non di vivere all’opposizione, ma dentro il centrodestra?
«Azione è stato a lungo un partito di centro, equidistante tra i due poli. Sapevo di non entrare in un partito di centrodestra, ma a Calenda avevo chiesto una garanzia: mai con la sinistra massimalista».
Dopo la rottura del Terzo polo e i risultati deludenti delle Europee è difficile rimanere al centro...
«Il fallimento del Terzo polo, di cui non mi sento responsabile, ha reso più difficile il consolidamento del centro come entità autonoma, ma per ragioni che credo di aver chiarito, la mia metà campo non può essere quella della sinistra radicale e del populismo a cinque stelle».
L’alleanza con il centrosinistra per adesso è soltanto nelle tre Regioni...
«Non si può considerare questa scelta come locale, ma una scelta che prefigura un posizionamento nazionale».
Quindi se non al centro, piuttosto che appoggiare il centrosinistra, meglio andare dall’altra parte?
«Sono cattolica e moderata e porterò avanti le mie battaglie. In questi due anni ho sempre fatto un’opposizione costruttiva, non ideologica, votando anche alcuni provvedimenti del governo che ho condiviso come l’autonomia, la delega fiscale o la giustizia. Continuerò quindi a entrare nel merito delle proposte».
Ha detto che ora passerà al gruppo misto, ma è vero che vuole andare con Noi moderati di Maurizio Lupi?
«Lupi ha fatto dichiarazioni condivisibili sulla necessità di rafforzare l’area centrista dello schieramento di governo. Detto questo, non ho preso alcuna decisione. Vedremo se ci sarà un confronto e come si svilupperà».
Calenda ha accusato lei e Carfagna di aver tradito il mandato degli elettori per la svolta verso il centrodestra.
«Se c’è stato un tradimento è il fallimento del Terzo polo e la scelta di Azione di allearsi con M5S e Avs. Mi sentirei in forte imbarazzo con gli elettori se confluissi in un calderone giustizialista, contro il nucleare, le infrastrutture e pure il Patto Atlantico».
Il futuro
«Noi moderati vuole rafforzare l’area centrista. Detto questo, non ho deciso»