L’«avviso» di Draghi a Strasburgo: opporsi al debito comune è anti Ue
Il discorso all’europarlamento: rischiamo di essere poveri e meno liberi di scegliere
«Chi si oppone al debito comune, si oppone agli obiettivi Ue», ha affermato ieri Mario Draghi presentando il suo Rapporto sul futuro della competitività europea davanti al Parlamento Ue riunito a Strasburgo. «Il debito comune è una parte essenziale», insieme agli investimenti pubblici e privati, dei 750-800 miliardi all’anno necessari «per rilanciare l’europa e continuare a garantire i suoi valori», ha spiegato Draghi. Le preoccupazioni e i dubbi sul debito comune sono «legittimi», concede Draghi, ma questo sforzo «non è per la spesa pubblica generale o per i sussidi», ma «per realizzare gli obiettivi fondamentali» comuni. E ha ammonito: «A me spetta il compito di presentare la diagnosi. A voi, rappresentanti eletti, quello di tradurre questo programma in azione», trovando «un consenso».
Nel giorno della presentazione della nuova Commissione, da parte della presidente Ursula von der Leyen, che gli ha affidato il compito di guidare il lavoro del nuovo esecutivo europeo con la sua agenda sulla competitività, Draghi ha ripetuto che l’europa ha bisogno di una strategia completa e ambiziosa per affrontare il contesto complesso e sfidante del XXI secolo. Pena la sua caduta. «La mia preoccupazione non è che improvvisamente ci ritroveremo poveri e sottomessi agli altri. Abbiamo ancora molti punti di forza in Europa. È che con il tempo diventeremo inesorabilmente meno prosperi, meno uguali, meno sicuri e, di conseguenza, meno liberi di scegliere il nostro destino», ha affermato l’ex premier. Una prospettiva che tiene «tutti in ansia».
Draghi ha invocato un’ue «più integrata, coordinata e strategicamente orientata», capace di adattarsi a un mondo caratterizzato da rapidi cambiamenti tecnologici, incertezza geopolitica e una concorrenza globale sempre più intensa. Per continuare a esistere, «l’ue deve concentrarsi su tre questioni cruciali», ha affermato l’ex premier: colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina;
sviluppare un piano comune per collegare la decarbonizzazione all’aumento di competitività; e rafforzare la sicurezza dell’europa riducendo la dipendenza dalle potenze economiche straniere. Mantenere lo stile di vita europeo e i valori europei dipenderà dal miglioramento della competitività, e migliorare la competitività richiede «una più stretta cooperazione e integrazione tra le nazioni europee», ha insistito Draghi.
Che l’europa cambi rotta, però, non è scontato, come segnala il dibattito seguito all’intervento dell’ex presidente della Bce. Se molti europarlamentari, a cominciare dalla presidente Roberta Metsola, hanno condiviso l’urgenza di Draghi per un cambiamento radicale, non sono mancate le critiche da parte di chi invoca una maggiore sovranità, sottolineando che la lotta al cambiamento climatico danneggia l’economia Ue. «Come si può rilanciare l’economia europea con gli eurobond per le armi?», ha chiesto per esempio Pasquale Tridico, capo delegazione del M5S all’europarlamento.