Corriere della Sera

I socialisti non chiudono a Fitto

Per il Pse in audizione deve dimostrars­i pro Europa. Ma l’impasse in Slovenia rischia di far slittare i tempi

- DALLA NOSTRA CORRISPOND­ENTE Francesca Basso

L’ex premier sloveno Janez Janša, nemico storico di Ursula von der Leyen nonostante entrambi facciano parte del Ppe, torna a mettersi di traverso sulla strada della presidente della Commission­e europea, facendo scoppiare un caso sulla commissari­a designata da Lubiana, l’ex diplomatic­a Marta Kos. Ora il rischio è che la presentazi­one della squadra, con relativi portafogli, slitti per la seconda volta: non è detto infatti che la nomina ufficiale arrivi in tempo per martedì prossimo, quando von der Leyen è attesa a Strasburgo, costringen­do a un ulteriore rinvio. Un problema anche per il Parlamento europeo che deve calendariz­zare le audizioni e poi il voto in plenaria.

L’allungarsi dei tempi permette ai gruppi di insistere sulle rispettive richieste e rischia l’effetto logorament­o. Ieri i Socialisti hanno ribadito le loro «priorità» per garantire il sostegno a von der Leyen ma nello stesso tempo non hanno chiuso all’ipotesi di una vicepresid­enza esecutiva al commissari­o italiano: tutto dipenderà dall’audizione in cui Raffaele Fitto dovrà dimostrare la sua «adesione ai valori europei», perché l’ipotesi di attribuire la vicepresid­enza all’ecr, che non ha votato per la presidente, resta «incomprens­ibile». S&D ha ribadito le richieste di un ruolo per Nicolas Schmit in Collegio, più parità di genere e gli Affari sociali a un socialista. Anche il presidente dei Verdi Bas Eickhout ha promesso che l’audizione «non sarà un percorso facile per Fitto». Dunque la vicepresid­enza esecutiva, benché contestata da S&D, Verdi e Renew, non sarebbe a rischio. Quanto alle deleghe, Fitto otterrebbe il cluster Economia più il Pnrr, con una direzione generale che andrebbe a unire le attuali Dg Regio e Dg Reform (ora nel portafogli­o Coesione della commissari­a Ferreira) più la Task force Recovery.

Sui tempi resta il rebus Slovenia. Il premier sloveno Robert Golob, liberale, ha accolto le pressioni di von der Leyen che aveva chiesto di sostituire il candidato Tomaž Vesel con una donna per aumentare la presenza femminile nel Collegio. Vesel si è ritirato e Golob ha indicato Kos, che per diventare ufficialme­nte la candidata deve prima fare un passaggio alla commission­e Affari europei del Parlamento sloveno. L’audizione era stata inizialmen­te convocata per oggi ma il presidente della commission­e parlamenta­re, Franc Breznik, che è del partito di Janša, ha minacciato di rinviare l’udienza anche di due settimane, se il governo non presenterà una presunta lettera inviata da von der Leyen a Lubiana con la richiesta del cambio, di cui però il premier Golob nega l’esistenza. La delegazion­e slovena nell’s&d ha richiesto di accedere ai documenti per conoscere il «vero» motivo del ritiro di Vesel.

Le deleghe

L’italia potrebbe avere la vicepresid­enza esecutiva con il «cluster» Economia e il Pnrr

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