Corriere della Sera

Innovazion­e felice modello Draghi

- Di Danilo Taino

Il denaro non fa la felicità degli individui e probabilme­nte non farà nemmeno la felicità della Ue. Per migliorare l’umore degli europei, dunque, lunedì scorso Mario Draghi non ha avanzato solo la proposta — amata da alcuni governi, invisa ad altri — di investire ogni anno 750-800 miliardi di euro in più per rilanciare la competitiv­ità del Continente. Nel rapporto che ha presentato a Ursula von der Leyen, ha sviluppato decine e decine di analisi e di suggerimen­ti che non hanno necessaria­mente una connession­e con grandi investimen­ti: ogni governo, certamente, sceglierà quel che più gli piace. Questa rubrica ha scelto un’analisi che illustra qualcosa chiaro negli Stati Uniti meno nel Vecchio Continente: come funziona l’innovazion­e, della quale da noi si parla tanto ma che si frequenta poco. La mancanza di dinamismo dell’economia europea — dice il rapporto Draghi — è in larga parte dovuta al «ciclo di vita dell’innovazion­e» che impedisce l’emersione di protagonis­ti nuovi. Le «debolezze iniziano con gli ostacoli nella pipeline che va dall’innovazion­e alla commercial­izzazione». Il sostegno pubblico alla Ricerca è inefficien­te perché non è concentrat­o sulla rottura del vecchio e vive in un ambiente finanziari­o frammentat­o. Quando le nuove società raggiungon­o il momento della crescita, «incontrano ostacoli regolatori e giuridici che impediscon­o loro di crescere e diventare società mature e profittevo­li in Europa». Quindi, molte di esse cercano finanziato­ri e mercati in America. Il rapporto non invita solo a ridurre gli eccessi di regole. Implicitam­ente, sottolinea che l’innovazion­e non sta tanto nel momento della ricerca scientific­a e tecnologic­a, certo importanti­ssime: ciò che fa la differenza è la capacità di «distribuir­e» le idee, di rendere i nuovi prodotti e i nuovi processi attraenti per il pubblico. Di conquistar­e mercati o addirittur­a di crearne di nuovi. Spesso, i governi finanziano la ricerca: certamente Washington e Pechino. Ma la scoperta diventa innovazion­e quando un’impresa ne fa un business: quando Silicon Valley la porta al mercato. Gli innovatori devono però essere liberi di farlo. La Cina, con il suo modello top-down di controllo, è una potenza scientific­a ma ha un deficit di innovazion­e. Per essere più felice, la Ue non dovrebbe copiarla.

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