Le mille vite (al femminile) della chiesa di S. Paolo
Prendete una chiesa con mille anni di vita, se li si conta dal nucleo più antico. Data per morta due volte, col terremoto del 1570 che sbriciolò mezza Ferrara poi con l’altro che ci riprovò nel 2012, e due volte risorta. Sopravvissuta alle bombe dell’ultima Guerra e pure a Napoleone che ne convertì un pezzo in carcere. Dentro però c’è ancora un organo con cinque secoli intatti sui tasti. Prendete un musicista che in quella New York cinquecentesca che fu la città di Ariosto e degli Estensi divenne non solo una star europea (allora mondiale) ma proprio nell’anno del sisma anche direttore e artefice della «musica segreta» che in certe sale del Castello veniva eseguita solo per una élite strettissima, quella del «Concerto delle dame» - le cantatrici Livia d’arco, Laura Peperara e Anna Guarini, oltre al genio della duchessa Margherita Gonzaga - con cui il duca Alfonso II regalò ai membri più fidati della sua Corte la magia di un’esperienza musica eseguita da donne, con uno stile madrigalistico del tutto nuovo - fino a quel momento unica per non dire quasi esoterica. Il musicista era Luzzasco Luzzaschi, la chiesa è quella di San Paolo: la stessa che ne ospita tuttora la tomba e di cui sempre Alfonso posò la prima pietra per la ricostruzione dopo il terremoto di cui sopra. Chiesa nobile, vicinissima alla Cattedrale, ma anche parrocchia del popolo e Contrada dal Palio ferrarese (ultima vittoria nel 2018) con gli sbandieratori ad allenarsi e gli arrosticini per le famiglie nel chiostro (come anche il 24 agosto scorso). E di fronte ai cui gradini, in una estate di fine Novecento che sembra ieri, durante una delle prime edizioni del Busker Festival che a ogni fine d’agosto porta a Ferrara musicisti di strada da tutto il mondo, perfino Lucio Dalla si mise a suonare il clarinetto col cappello in terra e Jimmy Villotti alla chitarra, come due menestrelli. Ecco: è mischiandosi a tale incrocio di storie che il programma di Ferrara Musica porterà nella chiesa di San Paolo, il 16 aprile prossimo, la Missa Papae Marcelli di Palestrina accanto alle Leçons de Ténèbres di Couperin e alla prima esecuzione assoluta per Ferrara - della Messa di Igor Stravinsky. E anche in questo caso, quasi facendo eco al Concerto delle dame tanto amato dal duca Alfonso, non si può non sottolineare il protagonismo di presenze al femminile con la partecipazione del mezzosoprano Marina De Liso, del soprano Miho Kamiya, di Valeria Montanari al clavicembalo, oltre a Perikli Pite (viola da gamba) e Andrea Oliva (flauto), con Stefano Cardi a dirigere i Solisti dell’orchestra Città di Ferrara e il Coro Polifonico di Santo Spirito istruito da Francesco Pinamonti. Programma che anche per l’originalità di abbinamenti sarebbe certo piaciuto al rivoluzionario Luzzasco, amato sia da uno spericolato della musica nuova come Gesualdo da Venosa sia dal più prudente liutista Vincenzo Galilei, che la storia avrebbe dimenticato se non avesse avuto per figlio tal Galileo. Lui, Luzzasco, morì il 10 settembre 1607. A dieci anni dalla scomparsa di Alfonso che, senza eredi, avrebbe segnato l’inizio della decadenza della magica Ferrara. E in quella chiesa Luzzasco fu «tumulato l’indomani, accompagnato si legge in una cronaca - da
” Doppia natura Tempio nobile voluto da Alfonso II ma anche parrocchia del popolo risorta due volte dai sismi