Nel cuore di Tokyo un «racconto» milanese
Lo showroom di Serapian a Ginza lancerà anche giovani creativi
Il primo sguardo coglie l’architettura: una casa gialla ad angolo che spicca tra gli edifici modernissimi di Ginza, il distretto di Tokyo sede delle boutique più eleganti. Lo stile primi ‘900, i fregi, il colore, già lasciano intuire come questo sia uno spazio diverso, quasi più simile a un’abitazione che a un luogo di shopping. Così si presenta Villa Serapian Ginza, il flagship store (che abbiamo visitato in esclusiva) appena aperto dall’omonimo marchio di pelletteria, primo esempio di un nuovo modo di concepire uno spazio di vendita il cui cuore è l’alto artigianato, interpretato da quell’eleganza tutta italiana — qui, in particolare, milanese — capace di farci innamorare degli oggetti che la raccontano. Quindi borse e accessori in preziosa nappa intrecciata a mano? Sì ma non solo, perché Villa Serapian, visitandola, svela ulteriori anime: galleria di design e d’arte e, se ancora non basta, ambasciatrice di creatività italiana.
«La villa ci è subito sembrata affine alla nostra identità. Risale al 1928, l’anno esatto della nascita di Serapian, l’architettura è classica ma collocata nel distretto del futuro: un doppio volto che interpreta perfettamente il nostro concetto di bellezza, contemporanea eppure ben radicata nella tradizione», premette Maxime Bohé, ceo e art director del marchio, artefice del progetto alla cui base ha voluto la narrazione «milanese», città d’elezione di Serapian. «Dalla facciata, restaurata usando il tipico giallo Maria Teresa, agli interni che citano Piero Portaluppi, autore di Villa Mozart, nostra sede a Milano, e della Casa degli Atellani». Entrando, infatti subito si colgono riferimenti precisi: dal soffitto a losanghe che evoca quello di Villa Mozart al trompe l’oeil a soggetto naturale e i motivi di costellazioni ispirati da Casa Atellani. In più, però si notano, valorizzati tanto quanto le collezioni di pelletteria, arredi di personalità: sedute raffinate, tavolini che sembrano scolpiti nelle pietre dure e, sulla scala che porta al piano superiore, un grande pannello-arazzo intarsiato in metallo.
«Il nostro è un marchio basato sulla purezza delle linee, sulla ricerca di tecniche applicate a una forma. Sul design. Amiamo la rarità e ci piace sorprendere», afferma Bohé, introducendo il cuore del progetto. «Così abbiamo pensato di presentare qui degli arredi unici, italiani, dal cuore artigianale, scelti come si fa nella curatela di una galleria. Capaci di stupire, per esempio, un architetto giapponese sofisticato, che esplora le fiere internazionali. E qui trova qualcosa di mai visto». Tutto in vendita. Ecco quindi poltrone e divanetti di Marta Sala Editions, i tavolini pezzo unico scolpiti nei marmi rari da Budri, mentre il grande arazzo custom in metallo, osservandolo, si scopre riprodurre il motivo Mosaico distintivo del marchio. Lo stesso che perpetra l’artigiano al lavoro, al piano superiore del negozio, mostrandolo ai visitatori che possono anche cimentarsi a realizzarlo. «I giapponesi adorano il Mosaico per la tridimensionalità e la versatilità. E ora l’hanno scoperto i designer», spiega Bohè, e non a caso, perché qui ci sono esempi di come la pelle Mosaico si possa applicare anche all’arredo, dai cuscini delle poltrone Catilina di Azucena ai vassoi dove è abbinata al midollino, creati con Bonacina, al raffinato bauletto portaoggetti da sakè, bespoke.
Ecco, qui si innesta l’ultimo, più importante valore del progetto: lo scambio tra due culture. «È successo tra le maestranze italiane e giapponesi al lavoro fianco a fianco, condividendo le competenze», premette Bohé, che ha però in serbo un’idea più ambiziosa: «Alimentare questo spazio come galleria, con altri oggetti di design e arte che arriveranno, ma soprattutto trasformarlo in un hub per lanciare giovani creativi, che possano esporre e confrontarsi. Perché questo sia sì luogo di vendita, ma anche spazio che genera cultura e intorno a essa crea una community sulla bellezza». In un viaggio ideale Italia-giappone, come quello (vero) intrapreso dal prezioso lampadario di Carlo Scarpa e dalle sculture in vetro di Lorenzo Vitturi, fragilissimi ma arrivati a Villa Serapian intatti: sfida vinta.
” Qui amano il motivo Mosaico, distintivo del marchio Lo spazio offre il meglio del nostro design