Corriere della Sera

Nel cuore di Tokyo un «racconto» milanese

Lo showroom di Serapian a Ginza lancerà anche giovani creativi

- Silvia Nani

Il primo sguardo coglie l’architettu­ra: una casa gialla ad angolo che spicca tra gli edifici modernissi­mi di Ginza, il distretto di Tokyo sede delle boutique più eleganti. Lo stile primi ‘900, i fregi, il colore, già lasciano intuire come questo sia uno spazio diverso, quasi più simile a un’abitazione che a un luogo di shopping. Così si presenta Villa Serapian Ginza, il flagship store (che abbiamo visitato in esclusiva) appena aperto dall’omonimo marchio di pelletteri­a, primo esempio di un nuovo modo di concepire uno spazio di vendita il cui cuore è l’alto artigianat­o, interpreta­to da quell’eleganza tutta italiana — qui, in particolar­e, milanese — capace di farci innamorare degli oggetti che la raccontano. Quindi borse e accessori in preziosa nappa intrecciat­a a mano? Sì ma non solo, perché Villa Serapian, visitandol­a, svela ulteriori anime: galleria di design e d’arte e, se ancora non basta, ambasciatr­ice di creatività italiana.

«La villa ci è subito sembrata affine alla nostra identità. Risale al 1928, l’anno esatto della nascita di Serapian, l’architettu­ra è classica ma collocata nel distretto del futuro: un doppio volto che interpreta perfettame­nte il nostro concetto di bellezza, contempora­nea eppure ben radicata nella tradizione», premette Maxime Bohé, ceo e art director del marchio, artefice del progetto alla cui base ha voluto la narrazione «milanese», città d’elezione di Serapian. «Dalla facciata, restaurata usando il tipico giallo Maria Teresa, agli interni che citano Piero Portaluppi, autore di Villa Mozart, nostra sede a Milano, e della Casa degli Atellani». Entrando, infatti subito si colgono riferiment­i precisi: dal soffitto a losanghe che evoca quello di Villa Mozart al trompe l’oeil a soggetto naturale e i motivi di costellazi­oni ispirati da Casa Atellani. In più, però si notano, valorizzat­i tanto quanto le collezioni di pelletteri­a, arredi di personalit­à: sedute raffinate, tavolini che sembrano scolpiti nelle pietre dure e, sulla scala che porta al piano superiore, un grande pannello-arazzo intarsiato in metallo.

«Il nostro è un marchio basato sulla purezza delle linee, sulla ricerca di tecniche applicate a una forma. Sul design. Amiamo la rarità e ci piace sorprender­e», afferma Bohé, introducen­do il cuore del progetto. «Così abbiamo pensato di presentare qui degli arredi unici, italiani, dal cuore artigianal­e, scelti come si fa nella curatela di una galleria. Capaci di stupire, per esempio, un architetto giapponese sofisticat­o, che esplora le fiere internazio­nali. E qui trova qualcosa di mai visto». Tutto in vendita. Ecco quindi poltrone e divanetti di Marta Sala Editions, i tavolini pezzo unico scolpiti nei marmi rari da Budri, mentre il grande arazzo custom in metallo, osservando­lo, si scopre riprodurre il motivo Mosaico distintivo del marchio. Lo stesso che perpetra l’artigiano al lavoro, al piano superiore del negozio, mostrandol­o ai visitatori che possono anche cimentarsi a realizzarl­o. «I giapponesi adorano il Mosaico per la tridimensi­onalità e la versatilit­à. E ora l’hanno scoperto i designer», spiega Bohè, e non a caso, perché qui ci sono esempi di come la pelle Mosaico si possa applicare anche all’arredo, dai cuscini delle poltrone Catilina di Azucena ai vassoi dove è abbinata al midollino, creati con Bonacina, al raffinato bauletto portaogget­ti da sakè, bespoke.

Ecco, qui si innesta l’ultimo, più importante valore del progetto: lo scambio tra due culture. «È successo tra le maestranze italiane e giapponesi al lavoro fianco a fianco, condividen­do le competenze», premette Bohé, che ha però in serbo un’idea più ambiziosa: «Alimentare questo spazio come galleria, con altri oggetti di design e arte che arriverann­o, ma soprattutt­o trasformar­lo in un hub per lanciare giovani creativi, che possano esporre e confrontar­si. Perché questo sia sì luogo di vendita, ma anche spazio che genera cultura e intorno a essa crea una community sulla bellezza». In un viaggio ideale Italia-giappone, come quello (vero) intrapreso dal prezioso lampadario di Carlo Scarpa e dalle sculture in vetro di Lorenzo Vitturi, fragilissi­mi ma arrivati a Villa Serapian intatti: sfida vinta.

” Qui amano il motivo Mosaico, distintivo del marchio Lo spazio offre il meglio del nostro design

 ?? ??
 ?? ?? Bravure A destra, al primo piano di Villa Serapian Ginza, l’artigiano al lavoro sulla pelle Mosaico; davanti, sedute Catilina, di Azucena, con cuscini Mosaico, sui ripiani, borse con lo stesso motivo. A destra: Maxime Bohé, ceo e art director di Serapian, con una seduta di Marta Sala Editions e un pannello che mostra la varietà di colori e pelli per i pezzi bespoke. Dietro, scorcio della sala ispirata a Portaluppi
Bravure A destra, al primo piano di Villa Serapian Ginza, l’artigiano al lavoro sulla pelle Mosaico; davanti, sedute Catilina, di Azucena, con cuscini Mosaico, sui ripiani, borse con lo stesso motivo. A destra: Maxime Bohé, ceo e art director di Serapian, con una seduta di Marta Sala Editions e un pannello che mostra la varietà di colori e pelli per i pezzi bespoke. Dietro, scorcio della sala ispirata a Portaluppi
 ?? ?? Sofisticat­o Tavolino da caffè in onice afgano, collezione Geodie, design Patricia Urquiola per Budri. Pezzo unico
Sofisticat­o Tavolino da caffè in onice afgano, collezione Geodie, design Patricia Urquiola per Budri. Pezzo unico

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy