Scontri con i soldati nei Territori «Uccisa un’attivista americana»
I palestinesi: colpita alla testa. L’esercito israeliano apre un’inchiesta. Gli Usa: grave
I sette attivisti si GERUSALEMME muovono in gruppo tra gli ulivi sul monte Sabih, dalle parti di Nablus. Protestano contro l’ampliamento delle colonie, l’avamposto di Evyatar poco lontano è uno dei più controversi, è stato più volte evacuato dall’esercito e più volte «i ragazzi delle colline» sono tornati a viverci. Adesso ricevono anche l’appoggio di Itamar Ben-gvir, il ministro per la Sicurezza nazionale e leader dei coloni.
I testimoni raccontano che la situazione era abbastanza tranquilla, che i soldati hanno lanciato qualche lacrimogeno per allontanarli mentre i manifestanti salivano verso la cima dopo essersi partiti dal villaggio di Beita. A un certo punto i militari hanno sparato due colpi, uno avrebbe centrato Aysenur Ezgi Eygi, 26 anni, di nazionalità americana e nata in Turchia, i primi soccorsi non sono bastati a salvarla, è morta in ospedale, i medici palestinesi parlano di un foro alla testa.
Era arrivata martedì scorso con l’international Solidarity Movement, l’organizzazione di cui faceva parte anche Vittorio Arrigoni, rapito e ucciso a Gaza da un gruppo estremista palestinese. In Cisgiordania il movimento partecipa a manifestazioni contro le violenze dei coloni, cerca di proteggere le famiglie durante la raccolta delle olive. Aysenur avrebbe dovuto aiutare i bambini autistici.
I portavoce dell’esercito per ora rispondono: «Stiamo indagando. Le truppe hanno aperto il fuoco contro un istigatore che lanciava pietre e rappresentava una minaccia». Dalla Casa Bianca commentano: «Siamo profondamente turbati. Abbiamo chiesto al governo israeliano un’indagine». Antony Blinken, il segretario di Stato, avverte: «Stiamo verificando e se necessario agiremo». Nel 2003 l’attivista americana Rachel Corrie, sempre dell’ism, era stata travolta e uccisa da un bulldozer militare mentre cercava di impedire la demolizione di una casa a Gaza.
Le truppe si sarebbero ritirate da Jenin e altri campi di rifugiati in Cisgiordania dopo le pesanti incursioni durate una settimana, ma i territori rischiano di diventare un altro fronte nella guerra che Israele sta combattendo. Una ragazzina palestinese di 16 anni è stata uccisa da un proiettile sparato dai soldati — dicono i testimoni — mentre erano in corso scontri tra gli arabi e i coloni che avevano lanciato pietre e incendiato i campi vicino al villaggio di Qaryut.
Il presidente Joe Biden e i consiglieri sperano di poter raggiungere un’intesa per una tregua nel conflitto a Gaza in cambio della liberazione degli ultimi ostaggi tenuti dai terroristi. Blinken annuncia che un documento per l’accordo potrebbe essere presentato nei prossimi giorni, «sarebbe una proposta prendere o lasciare» e chi dice no subirebbe le conseguenze. Il segretario di Stato spiega anche che, se la guerra nella Striscia finisse, «il patto di normalizzazione tra Israele e l’arabia Saudita sarebbe ancora possibile prima della fine del mandato del presidente Joe Biden». Secondo il quotidiano britannico Daily Telegraph, gli Stati Uniti starebbero pensando a un negoziato unilaterale con Hamas per riportare indietro gli ostaggi di nazionalità americana, se il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ammorbidisce le posizioni.
In Cisgiordania
La giovane, nata in Turchia ma cittadina Usa, coinvolta in una protesta contro i coloni