Quelle telecamere «invisibili» negli occhiali
«Nulla di illegale», scrive Maria Rosaria Boccia a corredo della storia su Instagram dove rivela quale dispositivo ha utilizzato per registrare audio e video — alcuni già pubblicati, altri no — che proverebbero la sua versione dei fatti. Sono i Ray-ban stories, gli occhiali smart creati da Luxottica insieme a Meta nel 2021. Oggi è in commercio la seconda versione, chiamata Ray-ban Meta. Fanno poche cose — di «smart» al momento qui hanno poco, anche se negli Usa è già stata integrata Meta Ai, l’ai generativa sviluppata da Zuckerberg — però le fanno bene. Si può rispondere al telefono e ascoltare la musica grazie agli speaker nascosti nelle aste. E poi è possibile, proprio come ha fatto Boccia, registrare filmati (fino a 60 secondi) o scattare foto attraverso i due sensori posti ai lati delle lenti. I microfoni integrati nella montatura catturano l’audio circostante. L’avvio della fotocamera — per farlo si preme un pulsante sull’asta destra — viene evidenziato con una luce led posta sulla montatura che avvisa chi ci sta intorno che stiamo riprendendo. Questa funzionalità è infatti la più delicata, che ha creato non poche perplessità relative alla privacy. Se è vero che c’è un led che «pulsa» quando registriamo, questo però spesso non viene notato. Si vede poco, soprattutto alla luce del sole, e soprattutto non salta all’occhio a chi non conosce il dispositivo. Le telecamere poi sono perfettamente integrate: non si vedono. All’apparenza, sembrano in tutto e per tutto un paio di Ray-ban tradizionali.