Corriere della Sera

Cento anni fa nasceva Corrado «Mi mancano le sue risate»

La vedova Marina Donato: temeva di essere dimenticat­o, non è successo

- Di Renato Franco

«Ancor prima di ammalarsi per l’ultima volta era solito dirmi: nessuno si ricorderà più di me. Gli proposi una scommessa: io dico che non sarà così. L’ho vinta io quella scommessa e so che lui dall’aldilà lo ha visto». Sono passati 25 anni dalla morte e il 2 agosto saranno 100 dalla nascita: aveva ragione lei, Marina Donato, che è stata al fianco di Corrado — il cognome, Mantoni, è superfluo — per 26 anni.

Ciclicamen­te Corrado ritorna, attraverso la sua creazione più celebre, La Corrida (prima in radio, poi in tv su Canale 5 dal 1986), il programma che dava l’occasione ai «dilettanti allo sbaraglio» di mettersi in mostra cantando, ballando, proponendo spettacoli a volte fantasiosi altre agghiaccia­nti. Per certi versi un prototipo di talent show : «Ho difficoltà a definirlo talent — spiega Marina Donato —, il talent lo fa chi vuole emergere, mentre alla Corrida partecipan­o persone che il giorno dopo tornano alla loro vita di sempre. Ci sono state pochissime eccezioni: dalla radio è emerso Gigi Sabani, dalla tv Emanuela Aureli e Neri Marcorè».

Se la forza di Corrado si poggiava su due pilastri («la curiosità» e «l’ironia»), la forza del programma è sopravviss­uta a lui: nel tempo si sono alternati a condurla Gerry Scotti, Flavio Insinna e Carlo Conti. Il prossimo sarà Amadeus, che per la sua nuova sfida sul Nove ha deciso di puntare su un format collaudato ma che è a riposo da quattro anni. Marina Donato detiene (con il figlio di Corrado) i diritti del format: perché è un programma che non muore mai? «Penso che sia dovuto al fatto che la gente sente il bisogno di una tv “pulita” e vera». Nessun paragone però tra Corrado e chi è venuto dopo di lui: «Tre conduttori bravissimi, ognuno con il suo stile. Gerry Scotti ha portato avanti il tentativo di dare una continuità di conduzione dopo la morte di Corrado. Era profondame­nte garbato e ironico. Insinna ha fatto una Corrida più rivolta al giovani, mirando a un target pubblicita­rio ben chiaro. Conti è tornato al classico: è una persona sempre rispettosa del prossimo».

Marina e Corrado avevano 25 anni di differenza (lei 24 e lui 49) quando è iniziata la loro relazione. Si sono sposati «tardi», dopo 23 anni di convivenza, nel 1996. Matrimonio ristretto, appena 22 invitati. «Corrado voleva così, era riservatis­simo. Prima però abbiamo fatto una cena con 200 amici, li abbiamo convocati senza dire niente e ci divertivam­o a chiedere loro per quale motivo li avessimo chiamati. Nessuno pensava a un matrimonio dopo 23 anni di convivenza, tranne un amico che ci regalò delle lenzuola». La cerimonia fu officiata da Rutelli: «C’erano solo gli amici intimi e tra questi anche Silvio Berlusconi che all’epoca frequentav­a molto Corrado», che lo aveva strappato alla Rai a inizio anni Ottanta. «Il matrimonio era talmente segreto che non si trovavano le nostre carte e un motociclis­ta corse all’anagrafe a cercare i nostri documenti».

Dopo Corrado, Marina Donato è stata legata all’ex magistrato Italo Ormanni, ma i ricordi di una vita non si cancellano con il passare del tempo: «Mi vengono in mente cose minime. Io scrivevo malissimo i numeri di telefono sull’agenda, senza criterio logico — non per cognome e nome — e lui impazziva finché non arrivavo io». La cosa che le è mancata di più sono state «le risate». Un aneddoto le riassumeva: «Al mattino io per almeno 10 minuti non parlo, non ascolto e non faccio nulla e Corrado aspettava che io entrassi in sintonia con il resto del mondo. A un certo momento regolarmen­te mi diceva: Ora se po’ parlà? E li incomincia­va la nostra giornata».

Le nozze «Nessuno pensava che ci saremmo sposati dopo 23 anni di convivenza»

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Con Raffaella Corrado con Raffaella Carrà, due volti che hanno fatto la storia della tv

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