Toti verso un processo rapido (da libero)
La Procura vuole chiudere subito e darà parere positivo all’istanza di revoca degli arresti domiciliari
Ha un obiettivo preciso la richiesta di rito immediato di ieri dei pm di Genova: un processo rapido per accuse su cui sono convinti di avere prove evidenti con udienze già in autunno alle quali il governatore dimissionario della Liguria Giovanni Toti dovrebbe partecipare da uomo libero, se il gip accoglierà la sua richiesta di revoca dei domiciliari alla quale oggi la Procura darà parere favorevole. Due binari paralleli: su uno viaggiano con l’alta velocità Toti e gli altri due imputati principali, sull’altro si muovono lentamente come un merci la trentina di persone che restano indagate nell’altro filone inchiesta.
L’ex governatore è stato arrestato il 7 maggio per corruzione ed altri reati a causa di 74 mila euro versati tra il 2021 e il 2023 ai suoi comitati elettorali dall’imprenditore Aldo Spinelli in cambio, sostengono i pm, di favori per il suo gruppo che lavora nella logistica nel porto di Genova. Un’altra accusa è la violazione della legge sul finanziamento dei partiti per pubblicità pagata da Esselunga di cui ha usufruito la campagna elettorale 2022 supportata dai comitati di Toti per Marco Bucci, poi eletto sindaco di Genova. Spinelli è accusato di aver corrotto Signorini con soldi, regali e soggiorni a Montecarlo tutto spesato, casinò compreso. Anche Signorini e Spinelli sono ai domiciliari. L’immediato sarà su tutto questo.
Dalle indagini cominciate nel 2020 con i metodi dell’antimafia, da centinaia di ore di intercettazioni che hanno documentato ogni istante della vita e degli affari di Toti, Spinelli e Signorini, non è emerso di più, se si esclude una vaga ipotesi di voto di scambio che va nell’altro filone destinato a restare a lungo nella fase delle indagini. C’è chi dice che gli investigatori immaginavano di trovare altro, che speravano che qualcuno rivelasse chissà cosa dopo gli arresti. Non è stato così, almeno finora.
Da quando è ai domiciliari nella villetta di famiglia di Ameglia, Toti ha condotto con determinazione una battaglia giudiziaria e politica in cui, senza mai attaccare i pm guidati da Nicola Piacente, ha contestato le accuse rifiutandosi di dimettersi se non dopo essersi consultato con i collaboratori e gli alleati del centrodestra. Il risultato è che da tre mesi questa vicenda sta sulle pagine dei giornali come l’ennesimo scontro con il centrodestra che accusa la magistratura di uso della giustizia a fini politici e di aver costretto Toti a dimettersi. La scelta di lasciare la poltrona di governatore è arrivata dopo che il Tribunale del Riesame ha detto che finché fosse rimasto in sella avrebbe potuto commettere altri reati. Andando via, Toti ha aperto la strada alla revoca dei domiciliari sulla quale la gip Paola Faggioni potrebbe pronunciarsi giovedì o venerdì. Subito dopo, deciderà se ammettere il processo immediato che potrebbe partire in autunno. Gli imputati avranno 15 giorni per chiedere di patteggiare o il rito abbreviato. Lo faranno? «Crediamo proprio di no», dicono all’unisono gli i difensori di Toti e Spinelli, gli avvocati Stefano Savi e Alessandro Vaccaro, convinti di poter smontare in aula accuse basate essenzialmente su intercettazioni che, una volta riascoltate, possono assumere un significato diverso. Potrebbe invece patteggiare Signorini. Nelle 30 pagine della richiesta i pm annotano 35 testimonianze, analisi di dispositivi elettronici sequestrati e 28 informative della Guardia di finanza.