Reddito di cittadinanza: discriminati gli stranieri
«Una discriminazione indiretta» il requisito di almeno 10 anni di residenza in Italia (gli ultimi 2 senza interruzioni) per ottenere il reddito di cittadinanza. E una richiesta illegittima, visto che le norme europee di anni ne chiedono 5. Risultato: sono nulle le condanne penali per chi ha attestato una falsa residenza di 10 anni in Italia ottenendo ingiustamente il sussidio. Il reddito di cittadinanza non esiste più, al suo posto dal 2024 c’è l’assegno di inclusione, destinato a una fascia più ristretta di persone e che accorcia la residenza minima a cinque anni. Ma la misura contro la povertà voluta dai Cinque Stelle con il primo governo Conte nel 2019 rischia di avere ancora effetti pesanti sui conti italiani. L’inps calcola una spesa di oltre 3 miliardi di euro per gli stranieri residenti in Italia da meno di 10 anni. Rispondendo al Tribunale di Napoli su un caso di due donne straniere che avevano percepito l’assegno dichiarando la falsa residenza decennale, la Corte di giustizia Ue ha bocciato l’italia: il requisito minimo dei 10 anni è una «discriminazione indiretta» che «incide principalmente sui cittadini stranieri» ed è in contrasto con le norme Ue cui bastano 5 anni, «periodo sufficiente per avere diritto alla parità di trattamento con i cittadini dello Stato membro, in particolare per quanto riguarda le misure riguardanti le prestazioni sociali, l’assistenza sociale e la protezione sociale». Anche se nel frattempo il reddito non c’è più, la sentenza della Corte Ue rischia però di scatenare un alto numero di ricorsi contro i no alle richieste del sussidio arrivati ai cittadini «di Paesi terzi» nei quattro anni della sua durata. L’inps calcola 850 milioni di euro la spesa per rimborsare le 106 mila famiglie che si sono viste respingere la domanda.
Fondi per i rimborsi L’inps: ora servono 850 milioni per rimborsare 106 mila famiglie