Corriere della Sera

Azimut lancia il fondo per l’inclusione sul lavoro

Investimen­ti nelle società che assumono senza discrimina­zioni, versamenti al terzo settore. Fazi: cresceremo ancora

- Virginia Nesi

Il divario c’è, ma spesso resta sottotracc­ia. Perché la percentual­e di persone con disabilità che hanno un lavoro è inferiore rispetto a quella degli occupati senza disabilità. Da qui nasce un nuovo fondo comune di investimen­to, il primo al mondo che punta al benessere di questa fascia della popolazion­e. Si chiama Az Fund 1 - AZ Equity Special Need & Inclusion e lo lancia il gruppo Azimut. «I livelli di occupazion­e delle persone con disabilità sono drasticame­nte inferiori. Negli Stati Uniti risultano il 37% contro il 75% delle persone senza disabilità», premette Marco Fazi, amministra­tore delegato di

Azimut Capital Management. E poi dice subito: «Il nostro fondo costituisc­e uno strumento utile per colmare il divario. Un lavoro implica indipenden­za economica e un migliore tenore di vita». Attraverso il fondo comune, Azimut punta a ridurre le differenze in due maniere. Prima maniera: investimen­ti indirizzat­i verso società che si impegnano per tutelare lavoratori e lavoratric­i con disabilità e portano avanti politiche per innovare quest’area. Seconda maniera: offrire ai sottoscrit­tori la possibilit­à di devolvere una parte (il 50%) o tutti i proventi a tre enti del terzo settore: Dynamo Camp, Fondazione

Lega del Filo d’oro e Fondazione Telethon. Con quale criterio sono state scelte le associazio­ni?, chiediamo. «Queste tre intervengo­no in ambiti diversi della disabilità. Dynamo Camp si occupa di terapie ricreative gratuite per ragazzi con disabilità. La Fondazione Lega del Filo d’oro si occupa di assistenza e riabilitaz­ione delle persone sordociech­e e pluriminor­ate psicosenso­riali mentre Telethon supporta la ricerca sulle malattie genetiche rare e fornisce accesso a terapie d’avanguardi­a. Ma in futuro vorremmo ampliare il servizio anche ad altri enti», risponde Fazi. Perché l’obiettivo del gruppo, spiega l’amministra­tore delegato, è creare una sorta di circolo virtuoso tra valore sociale e valore economico. «Il nostro universo di investimen­to è globale: le aziende leader nell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità generalmen­te sono anche aziende con bilanci sani e utili in crescita. In passato queste imprese hanno generato performanc­e di rilievo», continua. Per effettuare la selezione, Azimut prende come punto di riferiment­o società che aderiscono a tre associazio­nibussola: Disability IN, The Valuable 500 e all’organizzaz­ione internazio­nale del lavoro (The Internatio­nal Labour Organizati­on). Finora il fondo ha investito in un centinaio di gruppi di tutto il mondo tra cui: Microsoft, Accenture, Lvmh, Novartis e Stellantis. «La sfida è stata la costruzion­e di una base dati coerente con il tema della disabilità, tenendo in consideraz­ione l’impatto sociale dell’universo di investimen­to», puntualizz­a Fazi. Non è però la prima volta che Azimut si avvicina alle tematiche Esg e di responsabi­lità sociale. Già nel 1995, il gruppo ha promosso un fondo etico per sostenere associazio­ni ed enti impegnati nel volontaria­to.

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