Delfin, più utili in cassaforte Ci sono 683 milioni «sospesi»
La mancata intesa nella famiglia Del Vecchio congela la distribuzione dei dividendi
Un altro anno da incorniciare, chiuso con 683 milioni di utili, dai 643 del 2022, e un valore contabile degli asset pari a 14,2 miliardi. È la fotografia scattata dal bilancio civilistico 2023 della Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio che ritrae i conti della capogruppo e dei flussi di utili dalle partecipate che sono entrati effettivamente nelle casse della holding lussemburghese presieduta da Francesco Milleri, di questi 280 milioni sono stati versati agli otto azionisti di Delfin a titolo di anticipo sul dividendo ad agosto di un anno fa.
È stato un anno record per redditività e crescita di valore delle partecipate, cresciuto di circa 14 miliardi negli ultimi 24 mesi, registrando un aumento del 50% e raggiungendo il valore di circa 40 miliardi di euro, numeri che non si riflettono nei conti civilistici della holding. Essilorluxottica (32,5%), Generali (9,9%), Mediobanca (19,9%) e Unicredit (2,5%), l’immobiliare Covivio (27,6%) hanno infatti restituito a Delfin un flusso di dividendi pari a 890 milioni, in crescita del 23% rispetto al 2022. La multinazionale fondata da Leonardo Del Vecchio, ora proiettata verso la tecnologia attraverso i Ray-ban Meta e gli occhiali con i dispositivi auditivi, vale circa l’80% di quella liquidità. «Risultati — aveva ricordato Milleri — che sono frutto del nostro impegno per realizzare la visione del fondatore». Ora la previsione è che questa ricchezza, visto l’andamento delle partecipazioni industriali e finanziarie in portafoglio, possa superare per la prima volta un miliardo nel 2024.
Da sola la quota in Essilux (che ha un valore di mercato di 31 miliardi) genera un dividendo di circa 600 milioni per azionisti e mercato. Da Mediobanca (2,5 miliardi, +60% negli ultimi 24 mesi) e Generali (3,5 miliardi, +60%) potrebbero arrivare oltre 300 milioni mentre dagli investimenti in Unicredit (+253%) e Covivio dovrebbero contribuire attorno a 160 milioni. Gli utili consolidati di Delfin non sono ancora stati resi noti. Tenendo però conto che la struttura di costi della holding è «leggera» e che il 5% dell’utile va da statuto alla Fondazione Leonardo Del Vecchio, il mercato stima che l’ultima riga del bilancio di gruppo potrebbe arrivare a oltre 700-750 milioni. Si tratta di risorse che sarebbero disponibili nel caso in cui gli otto soci che posseggono il 12,5% a testa di Delfin decidessero la distribuzione di una cedola straordinaria, utile a concludere gli ultimi passi
Il portafoglio
Le quote in Generali, Mediobanca, Essilux, Unicredit e Covivio valgono 40 miliardi
della successione di Leonardo Del Vecchio. Mentre dagli Usa sembra in arrivo l’investimento di Meta nel capitale di Essilux — mossa che darà alla multinazionale un profilo ancora più internazionale — l’accordo in famiglia non è alle viste. Sei eredi hanno già condiviso le modifiche statutarie ma, secondo le regole attuali, ci vuole l’unanimità per decidere. Nel caso in cui la famiglia decidesse di rinviare i cambiamenti alla governance sarà necessario trovare i mezzi necessari per coprire il valore dei legati testamentari. Che potrebbero venire da un altro anticipo del dividendo, questa volta a valere sul 2024.
La previsione Quest’anno i dividendi dalle partecipate potrebbero superare il miliardo di euro