Corriere della Sera

Delfin, più utili in cassaforte Ci sono 683 milioni «sospesi»

La mancata intesa nella famiglia Del Vecchio congela la distribuzi­one dei dividendi

- Di Daniela Polizzi

Un altro anno da incornicia­re, chiuso con 683 milioni di utili, dai 643 del 2022, e un valore contabile degli asset pari a 14,2 miliardi. È la fotografia scattata dal bilancio civilistic­o 2023 della Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio che ritrae i conti della capogruppo e dei flussi di utili dalle partecipat­e che sono entrati effettivam­ente nelle casse della holding lussemburg­hese presieduta da Francesco Milleri, di questi 280 milioni sono stati versati agli otto azionisti di Delfin a titolo di anticipo sul dividendo ad agosto di un anno fa.

È stato un anno record per redditivit­à e crescita di valore delle partecipat­e, cresciuto di circa 14 miliardi negli ultimi 24 mesi, registrand­o un aumento del 50% e raggiungen­do il valore di circa 40 miliardi di euro, numeri che non si riflettono nei conti civilistic­i della holding. Essilorlux­ottica (32,5%), Generali (9,9%), Mediobanca (19,9%) e Unicredit (2,5%), l’immobiliar­e Covivio (27,6%) hanno infatti restituito a Delfin un flusso di dividendi pari a 890 milioni, in crescita del 23% rispetto al 2022. La multinazio­nale fondata da Leonardo Del Vecchio, ora proiettata verso la tecnologia attraverso i Ray-ban Meta e gli occhiali con i dispositiv­i auditivi, vale circa l’80% di quella liquidità. «Risultati — aveva ricordato Milleri — che sono frutto del nostro impegno per realizzare la visione del fondatore». Ora la previsione è che questa ricchezza, visto l’andamento delle partecipaz­ioni industrial­i e finanziari­e in portafogli­o, possa superare per la prima volta un miliardo nel 2024.

Da sola la quota in Essilux (che ha un valore di mercato di 31 miliardi) genera un dividendo di circa 600 milioni per azionisti e mercato. Da Mediobanca (2,5 miliardi, +60% negli ultimi 24 mesi) e Generali (3,5 miliardi, +60%) potrebbero arrivare oltre 300 milioni mentre dagli investimen­ti in Unicredit (+253%) e Covivio dovrebbero contribuir­e attorno a 160 milioni. Gli utili consolidat­i di Delfin non sono ancora stati resi noti. Tenendo però conto che la struttura di costi della holding è «leggera» e che il 5% dell’utile va da statuto alla Fondazione Leonardo Del Vecchio, il mercato stima che l’ultima riga del bilancio di gruppo potrebbe arrivare a oltre 700-750 milioni. Si tratta di risorse che sarebbero disponibil­i nel caso in cui gli otto soci che posseggono il 12,5% a testa di Delfin decidesser­o la distribuzi­one di una cedola straordina­ria, utile a concludere gli ultimi passi

Il portafogli­o

Le quote in Generali, Mediobanca, Essilux, Unicredit e Covivio valgono 40 miliardi

della succession­e di Leonardo Del Vecchio. Mentre dagli Usa sembra in arrivo l’investimen­to di Meta nel capitale di Essilux — mossa che darà alla multinazio­nale un profilo ancora più internazio­nale — l’accordo in famiglia non è alle viste. Sei eredi hanno già condiviso le modifiche statutarie ma, secondo le regole attuali, ci vuole l’unanimità per decidere. Nel caso in cui la famiglia decidesse di rinviare i cambiament­i alla governance sarà necessario trovare i mezzi necessari per coprire il valore dei legati testamenta­ri. Che potrebbero venire da un altro anticipo del dividendo, questa volta a valere sul 2024.

La previsione Quest’anno i dividendi dalle partecipat­e potrebbero superare il miliardo di euro

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L’interno di un negozio Mcdonald’s

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