Corriere della Sera

Finanza, la nuova indagine: «Sesso in cambio degli esami»

L’aquila, le chat degli ufficiali. Vittime altre ragazze. Le accuse di maltrattam­enti

- Giulio De Santis Rinaldo Frignani

La proposta di superare un esame al corso per sottouffic­iali della Guardia di Finanza in cambio di rapporti sessuali. È il nuovo filone d’indagine aperto dalla Procura de L’aquila dopo quello sullo stupro denunciato a fine maggio da un’allieva della Scuola per ispettori e sovrintend­enti a Coppito. Per chi indaga i due scenari sono collegati. E la giovane potrebbe essere stata solo una delle vittime prese di mira dal gruppo di quattro capitani-istruttori trasferiti per incompatib­ilità ambientale e con effetto immediato dal Comando generale in uffici operativi in altre città. Solo uno è indagato per violenza sessuale, gli altri sono invece finiti al centro della vicenda dopo la scoperta di una chat nella quale postavano commenti che dimostrere­bbero come fossero a conoscenza degli abusi.

Ma se in un primo momento i tre sembravano essersi limitati a commentare quello che era accaduto, adesso per l’accusa avrebbero avuto un ruolo più attivo. Tanto da essere indagati per maltrattam­enti in famiglia (fattispeci­e compatibil­e con un reato commesso in un ambiente di lavoro “chiuso”, come una caserma). In quella chat i tre, più l’indagato, si sarebbero lasciati andare a esplicite consideraz­ioni sull’aspetto fisico delle allieve e su presunte «punizioni» che avrebbero riservato loro. «Gli darei un aiutino...», «diamo il via alla caccia», «quella la punisco se non fa come dico io». Questo il senso di alcune frasi postate che avrebbero avuto l’effetto di fare pressione sulle allieve tanto da rendere pesante il clima. Gli smartphone sono stati acquisiti, il loro contenuto esaminato. Sul caso indaga la Finanza, presso la quale l’allieva ha presentato denuncia, insieme con la Squadra mobile aquilana. A Roma invece c’è l’inchiesta della Procura militare. Già nei giorni scorsi gli avvocati difensori dell’ufficiale indagato, Cesare Placanica e Maria Leone, si sono detti «fiduciosi sull’esito dell’indagine» e anche d’accordo con il suo trasferime­nto. Per lui il prossimo passo potrebbe essere l’incidente probatorio — se la Procura dovesse richiederl­o — sul filone legato alla violenza, con l’analisi del contenuto delle conversazi­oni via messaggio e le testimonia­nze. Prima fra tutte quella della giovane, assistita dall’avvocato Francesco Vetere.

Gli abusi sarebbero stati commessi a casa del capitano, alle porte del capoluogo abruzzese, durante un incontro che lei credeva per motivi di studio. Invece, secondo la denuncia, sarebbe stata aggredita dopo aver rifiutato avances proprio collegate alla proposta, in cambio, di essere promossa a un esame del primo anno di corso. Al rifiuto della ragazza, l’ufficiale l’avrebbe costretta a subire il rapporto sessuale, accertato dalle visite mediche alle quali la vittima è stata sottoposta in

L’inchiesta

L’analisi su tutti i messaggi che si sono scambiati i capitani alla Scuola ispettori

ospedale, sempre a L’aquila. Il suo avvocato ha depositato il referto agli atti dell’inchiesta. Ma ora il quadro potrebbe allargarsi. Lei è stata l’unica a subire violenza fra le allieve della Scuola? E quanto scoperto nella chat fra il capitano e i colleghi nasconde in realtà comportame­nti discrimina­tori nella caserma o addirittur­a altre aggression­i? Al momento queste ultime non sono emerse, non viene contestata la concussion­e. Ma le indagini proseguono.

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