Griner, dalla prigione in Russia ai canestri d’oro
La cestista Usa ha gli incubi: «Un sogno ricorrente, a calci mi spediscono in cella»
PARIGI La donna riemersa dall’inferno è tornata in Europa da campionessa libera, i 293 giorni trascorsi incarcerata in Russia sono finiti dentro una biografia («Coming home») che restituisce pagina per pagina il dramma dell’arresto il 17 febbraio 2022 all’aeroporto di Mosca per possesso di un vaporizzatore che conteneva meno di un grammo di olio di hashish, la condanna a nove anni di carcere, il trasferimento nella colonia penale di Yavas (Mordovia), lo scambio orchestrato l’8 dicembre 2022 dall’amministrazione Biden con un cittadino russo detenuto negli Usa, capolinea di un incubo.
«Ancora oggi faccio un sogno ricorrente. Sono a Mosca, ho problemi in dogana, mi rispediscono a calci nella cella dove sono già stata» racconta Brittney Griner, stella delle Mercury di Phoenix e della Nazionale di basket americana che debutta stasera ai Giochi di Parigi contro il Giappone a Lilla; nel quintetto base non c’è più la veterana Sue Bird, ritirata e pronta alle nozze con Megan Rapinoe, ma resiste imperterrita Diana Taurasi, 42 anni, figlia di un portiere di calcio italiano e di un’argentina, a caccia del sesto oro olimpico consecutivo. Per dare un taglio con il passato, appena tornata a casa dalla moglie Cherelle, Griner si è sbarazzata dei dreadlocks fino a metà schiena, l’attivismo per i dritti Lgbtq+ si è allargato alla causa di chi è detenuto ingiustamente, a luglio è nato il piccolo Bash, e ora è tempo di Olimpiade. La terza, con due ori (Rio e Tokyo) già in tasca.
Non usciva dagli Stati Uniti dalla detenzione in Russia, Brittney, i Giochi con lo squadrone che si è permesso di non convocare la scelta top del draft della Wnba Caitlin Clark (andata alle Indiana Fever e lontanissima dalle polemiche divampate in patria: «Spero di partecipare a Los Angeles 2028») sono un ritorno alla vita e un’apertura di credito verso il futuro: «Mi sento al sicuro in Francia — spiega —, penso che prima o poi verrò in vacanza in Europa con la mia famiglia ma di certo con l’esperienza della pallacanestro in una squadra del vecchio continente ho chiuso per sempre». Griner, nata a Houston 33 anni fa, figlia di un veterano del Vietnam, omosessuale dichiarata dal 2013, vittima di bullismo a scuola («Mi sentivo diversa da tutte le altre per la mia altezza e la mia sessualità»), è il pivot di 203 centimetri di una Nazionale ricca di talento, con un roster che raccoglie 15 medaglie olimpiche, 18 mondiali, 55 apparizioni nell’all Star Game, e che fa dell’esperienza delle sue senatrici un punto di forza.
Con la maglia numero 15 a stelle e strisce, una collezione di tatuaggi sotto la canottiera che raccontano la storia intensa di un talento turbolento e complicato, sul parquet dell’olimpiade scende il messaggio politico che il Cio si ostina a scoraggiare nell’illusione che lo sport appartenga a un mondo alieno, invece è calatissimo nella nostra realtà; a volte, anzi, la sbroglia. «Non auguro a nessuno di passare quello che ho vissuto io, in prigione in Russia mi sono sentita come un animale. Sono a Parigi per divertirmi, giocare il mio basket, salire sul podio». Dopo il Giappone, Belgio e Germania. L’olimpiade dei dritti, comincia oggi.
” Non auguro a nessuno di passare quello che ho vissuto io, in carcere mi sono sentita come un animale: sono ai Giochi per vincere una medaglia
Stasera l’esordio Alta 203 cm, esordisce contro il Giappone: «In Francia mi sento al sicuro»