COCCO: PREGI (MOLTI) E QUALCHE «DIFETTO»
Nelle spiagge italiane si sente da decenni, e anche sui social #coccobello è diventato un tormentone estivo. Il frutto ha le sue qualità nutrizionali, da riconoscere al netto delle critiche su condizioni igieniche, sostenibilità e business della malavita lungo i litorali.
● LE FIBRE Primo beneficio: ha un contenuto notevolissimo di fibre insolubili, che danno senso di sazietà e migliorano la salute dell’intestino, contribuendo a prevenire il tumore al colon-retto.
● I MINERALI Il cocco regala i sali minerali che si perdono quando si suda, come a luglio e agosto: è ricco di potassio, manganese, magnesio, rame, selenio e ferro. Custodisce anche una quota di proteine e piccole quantità di vitamine.
● FRUTTO OLEOSO In compagnia di avocado e olive, appartiene alla categoria della frutta oleosa, che ha poca acqua e tanti lipidi. In questo caso si tratta di grassi saturi, ma non è un problema con le piccole porzioni estive. Tra l’altro, gli studi epidemiologici hanno notato bassi tassi di malattie cardiovascolari in popolazioni di Polinesia o Paesi tropicali che includevano polpa di cocco o crema di cocco pressata nella loro dieta nativa (ricca di vegetali e povera di cibi trasformati e zuccherini). È proprio la rotondità del gusto a rendere così soddisfacente mangiare il cocco al mare.
● CALORIE Le calorie di un pezzo sono stimabili a occhio, in base alle dimensioni, considerando che un etto ne ha grosso modo 389. A chi storcesse il naso andrebbe ricordato che un pacco di patatine in busta (100 grammi) dà 507 calorie.
● LE ALTERNATIVE In qualsiasi stagione ci sono ottime alternative: il cocco disidratato, spezza-fame ottimo o ingrediente da aggiungere allo yogurt bianco della colazione, l’acqua e il latte (ottenuto aggiungendo acqua calda alla polpa macinata), tutti da preferire senza zuccheri aggiunti.
● L’OLIO Negli ultimi anni si è definito l’olio di cocco un superfood, ma non è così per l’abbondanza di grassi saturi: ne ha più del tanto vituperato olio di palma.