Corriere della Sera

La febbre dengue arriva in Italia

- Cristina Marrone

La dengue, detta anche «febbre spaccaossa» a causa dell’intensità dei dolori muscolari e articolari che può provocare è una malattia infettiva tropicale che si trasmette attraverso le punture di zanzare femmine della specie Aedes (in Italia la zanzara tigre). Sebbene la malattia, almeno durante la prima infezione, sia asintomati­ca nell’80% dei casi, ogni anno si verificano decine di milioni di infezioni con una media di 20-25 mila decessi in Paesi tropicali come America Latina, Asia, Africa dove la malattia è endemica. Tuttavia negli ultimi anni, a causa del cambiament­o climatico, dell’impennata di contagi e con l’intensific­azione degli spostament­i delle persone, anche l’italia ha cominciato a conoscere la malattia. L’ultimo bollettino di Epicentro (11 luglio 2024) segnala dall’inizio dell’anno 283 casi di dengue, tutti associati a viaggi all’estero. Lo scorso anno però su un totale di 362 casi, 82 erano autoctoni: significa che le persone si sono ammalate dopo essere state punte da zanzare infette «italiane» a loro volta contagiate dopo aver punto pazienti arrivati da zone dove dengue è endemica.

Per questo gli esperti si aspettano un ulteriore aumento di casi autoctoni. Inoltre c’è il timore che anche la zanzara Aedes aegypti, vettore più efficace nella trasmissio­ne della malattia, possa prima o poi mettere le radici anche lungo le coste del Mediterran­eo (per ora presente solo a Madeira, Cipro e in alcune zone del Mar Nero). Dengue presenta sintomi simili all’influenza come febbre alta, forte mal di testa, dolore dietro agli occhi, eritema cutaneo e dolori muscolari e articolari senza però raffreddor­e o problemi respirator­i. La dengue severa, che può portare a un’insufficie­nza di organi vitali, colpisce circa il 5% dei pazienti con un tasso di mortalità dal 2 al 5% (che sale al 15% in assenza di assistenza medica). Non esiste una cura specifica per dengue, ma solo una terapia di supporto. È disponibil­e in Italia un vaccino a due dosi capace di conferire immunità contro tutti i quattro virus della malattia ma è per ora raccomanda­to solo a chi viaggia in zone dove la malattia è endemica.

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