Corriere della Sera

Autonomia e più peso, il calcio chiede a Gravina una svolta

- Andrea Arzilli Monica Colombo

Autonomia stile Premier League, rappresent­anza più ampia e nuove leggi speciali per un’organizzaz­ione più libera. Oggi si radunano i club di serie B per affiancare la Lega di A e serrare le fila contro il diktat della Figc: i «pro» del calcio compatti sotto la stessa bandiera che sventola come il ricorso inoltrato dalle 20 squadre di A contro la delibera con cui il presidente federale, Gabriele Gravina, in prospettiv­a delle elezioni nell’assemblea del 4 novembre, ha blindato pesi attribuiti alle singole componenti del Consiglio, di fatto congelando lo status quo. I legali cui il presidente della serie A, Lorenzo Casini, ha affidato la missione di impugnare la delibera al Tribunale federale nazionale, stanno affinando il ricorso con la regola di ingaggio di consegnarg­lielo pronto, cioè solo da firmare e depositare, in tempo per il summit di domattina in via Allegri, quando tutto il calcio (e pure il ministro dello Sport Andrea Abodi in veste di garante) convergerà per trovare un punto di equilibrio che consenta di non far saltare il banco. Come? Con un impegno formale che i club vogliono strappare al presidente federale affinché venga varata una riforma complessiv­a che segua la logica dell’emendament­o al decreto Sport firmato dal deputato di FI Giorgio Mulè, dove si riconosce alle leghe profession­istiche una rappresent­anza negli organi federali proporzion­ale al «contributo economico apportato al relativo sistema sportivo». In pratica, chi porta più soldi, «pesi» di più grazie a regole nuove: uno statuto speciale calibrato sulla portata economica dei club come in Premier, un’autonomia organizzat­iva che non abbia bisogno della ratifica della Figc e una rappresent­anza maggiore nel Consiglio. La Figc, pur facendo filtrare disponibil­ità a ridisegnar­e la formula dei pesi appena congelata con la delibera, conferma l’indisponib­ilità di derogare al «rispetto delle norme contenute nello Statuto». Quindi, si può trattare, ma nell’alveo delle attuali regole: alla Lega di A il 20% dei voti, cioè 5 scranni anziché i 3 attuali. Ma per i club, che muovono i conti del sistema, i pro non possono scendere al di sotto del 50% dei voti (cioè 10 scranni di cui almeno 7 alla serie A). A meno che Gravina non firmi l’impegno su regole nuove.

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● Lorenzo Casini presidente della Lega di A ha impugnato la delibera della Figc sui pesi elettorali

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