Le panchine «agitate» di Maresca e De Zerbi
Mason Greenwood a Marsiglia per molti è prima uno stupratore e poi un attaccante. Enzo Fernandez a Londra secondo i più è un razzista e poi un centrocampista. Casi diversi, il primo è finito in tribunale, il secondo ha spaccato uno spogliatoio, ma entrambi riguardano giocatori che, lontano dal campo, scontano colpe che sono in parecchi a non perdonare. Al di là delle conferenze in cui viene ribadito che «è ora di parlare di futuro» e delle scuse pubbliche. Non è più calcio, ma anche di questioni extra campo si devono occupare gli allenatori. Al Marsiglia c’è Roberto De Zerbi, al Chelsea Enzo Maresca. Due italiani all’estero, entrambi alla prima stagione su queste panchine e subito alle prese con la gestione di situazioni così complesse. Greenwood convive con le accuse di stupro e violenza domestica mosse dalla compagna Harriet Robson che aveva documentato la sua furia con delle foto, in cui si mostrava insanguinata e piena di lividi, e un audio col quale voleva dimostrare l’aggressione fisica. Ma — dopo qualche giorno di carcere e 18 mesi di stop — vista l’insufficienza di prove e il conseguente ritiro della denuncia tutte le accuse contro il calciatore sono cadute. Lui ha ricominciato ad allenarsi, ma a quel punto lo United non lo voleva più. Una parte di tifoseria non l’ha mai assolto e la sua reputazione è crollata. Le ombre passate l’hanno accompagnato anche al Getafe. Lì ha trascorso l’ultima stagione. Il connazionale Bellingham dopo un contrasto l’avrebbe chiamato «stupratore»; insulto su misura, strascico di quella storia che è riuscita a inquinare anche la Liga. Adesso tocca alla Ligue 1. «Ancora una volta si ritiene che il talento sia sufficiente per chiudere un occhio su queste accuse» ha detto Elsa Labournet, portavoce dell’associazione «Dare Feminism!». Il sindaco di Marsiglia ha sperato fino all’ultimo che l’affare saltasse. E De Zerbi? «Quando un giocatore arriva, diventa come un figlio e quindi lo proteggo contro tutti». La prima crisi di Enzo Maresca al Chelsea invece l’ha aperta il suo omonimo, l’argentino Fernandez. Ha vinto la Copa America e spaccato lo spogliatoio in 24 ore: è lui l’uomo da 127 milioni che ha portato alla rivolta interna dopo il coro razzista contro i giocatori della Nazionale francese di origine africana. «Razzismo senza freni» l’ha definito Wesley Fofana, uno dei sei transalpini del Chelsea con cui si è creata una frattura difficilmente sanabile. La Fifa ha aperto un’inchiesta, il club inglese un procedimento disciplinare interno che «culminerà» in una multa. Nessun commento per ora da parte di Maresca, il tecnico che si ispira agli scacchi e che si esalta quando il gioco si fa difficile e serve la strategia giusta. Come in questo caso. Anche se il calcio non c’entra niente.