Corriere della Sera

Pogacar predatore Tutti i segreti

Il Tour a un uomo macchina, un atleta eccezional­e Batte Vingegaard nell’ultima salita , poi gli tende la mano

- Di Marco Bonarrigo

a fondo il metabolism­o di un atleta per svelarne segreti poco noti alla fisiologia e modificarn­e le qualità già nobilissim­e. Se vogliamo intuire il segreto del dominio assoluto, quasi violento di Tadej Pogacar nel ciclismo senza dar adito ai soliti sospetti, dobbiamo capire come, dopo test sofisticat­i e ripetuti fino all’ossessione in allenament­o, il suo organismo si sia adattato a consumare in maniera completame­nte diversa l’energia assunta con il cibo trasforman­dola in benzina così potente da farlo diventare una macchina invincibil­e.

Prima di procedere, però, quantifich­iamo il domino del re del Tour: dopo quattro vittorie di tappa per ko, la quinta dello sloveno nell’edizione 111 ieri è arrivata con un crudele colpo di grazia. A 200 metri dal Col de la Couillole, l’ultima salita della Grande Boucle, la maglia gialla e Jonas Vingegaard procedevan­o affiancati, il primo certo della terza vittoria, il secondo della piazza d’onore: Evenepoel che lo insidiava era battuto, Jonas l’aveva staccato senza il minimo aiuto del rivale. Idea comune in sala stampa: Tadej ha stravinto, ora regalerà al danese la tappa, nobile gesto verso chi tre mesi fa era in sala rianimazio­ne dopo un incidente terribile. E invece, scatto violentiss­imo, altri 7” guadagnati. Pogi aspetta il rivale per stringerli la mano, Vingo umiliato ricambia gelido. Il Nuovo Cannibale non fa sconti, oggi a Nizza vuole prendersi anche la cronometro.

I suoi numeri sono spaventosi, nessuno come Tadej aveva mai vinto un terzo delle corse a cui partecipa in stagione. Lo stratega dietro alle modifiche di serbatoio, carburante e potenza di Tadej Pogacar è il 53enne Inigo San Millàn, ricercator­e basco di stanza negli Usa che si occupa di terapia del cancro e campioni dello sport. Semplifica­ndo, per San Millàn non conta la gittata di «benzina» che arriva sotto forma di ossigeno ai muscoli trastudiar­e mite il sangue (teoria classica del massimo consumo di ossigeno che mescola genetica e allenament­o) ma contano la sua quantità complessiv­a, la sua ricchezza in «ottani» e sopratutto il meccanismo di trasformaz­ione in potenza.

Con un piano che lui chiama metabolomi­co (la scienza che studia metaboliti negli organismi) San Millan ha mappato come e in ogni possibile situazione (caldo, freddo, salita, pianura, dopo x ore di corsa) ogni singola cellula dei muscoli di Poga trasformi in energia ossigeno per darle in quel momento la benzina specifica migliore, come in un rabbocco continuo, per poterla rendere al massimo.

Di Pogacar, San Millan ha tracciato una mappa metabolica (gestita ora da un nuovo coach) che permette di alimentare in modo differenzi­ato le cellule. Nei lunghi ritiri in altura, il sangue dello sloveno viene analizzato in modo continuati­vo (anche con il metodo di misura della massa di emoglobina, quello con il monossido di carbonio) in modo da prevedere la reazione dell’organismo in ogni possibile situazione, con ogni condizione meteo, permettend­o allo sloveno (come si è visto in questo Tour) di sapere esattament­e dove scattare, a che ritmo e per quanto tempo. «Possiamo gestire alla perfezione tutto quello che misuriamo» spiega San Millan.

L’uso di «benzina arricchita» che rende Pogi invincibil­e è la conseguenz­a degli studi fatti su di lui: se un corridore «normale» può trasformar­e in energia al massimo 55 grammi di carboidrat­i l’ora, Poga è allenato ad assorbirne 80 o 100. Questo gli permette di aiutare un’altra qualità rarissima nei suoi muscoli: la capacità di smaltire in tre quattro minuti — spiega San Millan — la stessa quantità di acido lattico che i suoi rivali eliminano dai muscoli in venti minuti.

La forza di Pogacar è mentale: per reggere senza impazzire meccanismi così complessi e pesanti di gestione del ritmo, dell’alimentazi­one (tot calorie, tot grammi a tavola determinat­i dal computer di bordo), del recupero e continue batterie di test bisogna saper far volare la testa con leggerezza abbinata a determinaz­ione mostruosi.

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Tadej Pogacar, il dominatore del Tour
(Afp)
Tour de France Ordine d’arrivo 20ª tappa Nizza-col de la Couillole di 132,8 km
1. Pogacar (Slo) in 4.04’22’”
2. Vingegaard (Dan) a 7’”
3. Carapaz (Ecu) a 23”’
4. Evenepoel (Bel) a 53”’
5. Mas (Spa) a 1’07’”
6. Almeida (Por) a 1’28’”
7. Jorgensen (Usa) a 1’33’”
8. Landa (Spa) a 1’41’” Classifica
1. Pogacar (Slo) in 82.53’32’”
2. Vingegaard (Dan) a 5’14’”
3. Evenepoel (Bel) a 8’04’”
4. Almeida (Por) a 16’45’”
5. Landa (Spa) a 17’25’”
6. Yates (Gbr) a 21’11’”
7. Rodriguez (Spa) a 21’12’”
8. Jorgensen (Usa) a 24’26’”
9. Gee (Can) a 24’50’”
10. Ciccone (Ita) a 25’48’” Così oggi e in tv 21ª tappa e ultima tappa Monaco-nizza, crono di 33,7 km, dalle 14.15 Eurosport, dalle 15.40 Rai2
Inchino Tadej Pogacar, il dominatore del Tour (Afp) Tour de France Ordine d’arrivo 20ª tappa Nizza-col de la Couillole di 132,8 km 1. Pogacar (Slo) in 4.04’22’” 2. Vingegaard (Dan) a 7’” 3. Carapaz (Ecu) a 23”’ 4. Evenepoel (Bel) a 53”’ 5. Mas (Spa) a 1’07’” 6. Almeida (Por) a 1’28’” 7. Jorgensen (Usa) a 1’33’” 8. Landa (Spa) a 1’41’” Classifica 1. Pogacar (Slo) in 82.53’32’” 2. Vingegaard (Dan) a 5’14’” 3. Evenepoel (Bel) a 8’04’” 4. Almeida (Por) a 16’45’” 5. Landa (Spa) a 17’25’” 6. Yates (Gbr) a 21’11’” 7. Rodriguez (Spa) a 21’12’” 8. Jorgensen (Usa) a 24’26’” 9. Gee (Can) a 24’50’” 10. Ciccone (Ita) a 25’48’” Così oggi e in tv 21ª tappa e ultima tappa Monaco-nizza, crono di 33,7 km, dalle 14.15 Eurosport, dalle 15.40 Rai2

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