Corriere della Sera

Così il «baco» ha risparmiat­o Cina e Russia

- Di Stefano Guarrera

Paralisi globale, ma non in Cina e Russia. I due Paesi non usano Crowdstrik­e per gestire la loro cybersecur­ity né Windows sui loro server. E questo perché Pechino punta da anni sull’autosuffic­ienza tecnologic­a dagli Stati Uniti e Mosca è stata colpita dalle sanzioni che l’hanno sganciata dai servizi occidental­i. La «schermata blu della morte» venerdì non è comparsa in Cina, dove i principali fornitori di servizi cloud sono aziende locali come Alibaba, Tencent e Huawei. Negli ultimi anni, Pechino ha realizzato un programma di sostituzio­ne dei servizi IT esteri con quelli nazionali, anche per motivi di sicurezza. Una politica non troppo diversa da quella adottata da alcuni Paesi occidental­i che hanno imposto il divieto alla tecnologia Huawei. Gli analisti chiamano «splinterne­t» questi massicci interventi di frammentaz­ione di quella che una volta era la Rete globale, ad opera degli Stati per fini geopolitic­i. Pechino in questo modo può anche controllar­e meglio il rapporto dei cittadini con la tecnologia. In Cina, i pochi «down» che ci sono stati sono avvenuti a causa di aziende straniere. A Mosca il quadro è diverso, ma con conseguenz­e simili. Con la guerra in Ucraina, sono arrivate le sanzioni occidental­i e così Microsoft e altre aziende IT hanno sospeso le vendite di servizi e ridotto le attività nel Paese. In Russia, Crowdstrik­e non aveva clienti noti. Il mercato è dominato oggi da aziende di cybersecur­ity nazionali

Geopolitic­a e tecnologia

Pechino ha sostituito i fornitori di servizi tecnologic­i occidental­i con aziende locali. L’effetto delle sanzioni ha salvato Mosca

come Kaspersky Lab e quindi il 19 luglio i server di società e compagnie hanno funzionato. Funzionari del Cremlino si sono vantati del fatto che la Russia non sia stata colpita dall’interruzio­ne dei servizi, tanto che il ministero dello Sviluppo digitale ha dichiarato: «La situazione evidenzia ancora una volta l’importanza della sostituzio­ne del software straniero». Mentre un trader di valute ha spiegato alla Reuters: «Tutti si sono preparati da tempo alla possibilit­à di essere tagliati fuori da Microsoft a causa delle sanzioni. L’incidente attuale è un test di quanto bene ci siamo preparati». Un esempio su tutti di questa preparazio­ne è la banca VTB, che passerà dall’85% al 95% nell’uso di software nazionali spendendo 50 miliardi di rubli (oltre 500 milioni di euro). Anche se questo disaccoppi­amento per Mosca e Pechino non significa essere immuni da malfunzion­amenti, errori o cyber-attacchi.

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