Così il «baco» ha risparmiato Cina e Russia
Paralisi globale, ma non in Cina e Russia. I due Paesi non usano Crowdstrike per gestire la loro cybersecurity né Windows sui loro server. E questo perché Pechino punta da anni sull’autosufficienza tecnologica dagli Stati Uniti e Mosca è stata colpita dalle sanzioni che l’hanno sganciata dai servizi occidentali. La «schermata blu della morte» venerdì non è comparsa in Cina, dove i principali fornitori di servizi cloud sono aziende locali come Alibaba, Tencent e Huawei. Negli ultimi anni, Pechino ha realizzato un programma di sostituzione dei servizi IT esteri con quelli nazionali, anche per motivi di sicurezza. Una politica non troppo diversa da quella adottata da alcuni Paesi occidentali che hanno imposto il divieto alla tecnologia Huawei. Gli analisti chiamano «splinternet» questi massicci interventi di frammentazione di quella che una volta era la Rete globale, ad opera degli Stati per fini geopolitici. Pechino in questo modo può anche controllare meglio il rapporto dei cittadini con la tecnologia. In Cina, i pochi «down» che ci sono stati sono avvenuti a causa di aziende straniere. A Mosca il quadro è diverso, ma con conseguenze simili. Con la guerra in Ucraina, sono arrivate le sanzioni occidentali e così Microsoft e altre aziende IT hanno sospeso le vendite di servizi e ridotto le attività nel Paese. In Russia, Crowdstrike non aveva clienti noti. Il mercato è dominato oggi da aziende di cybersecurity nazionali
Geopolitica e tecnologia
Pechino ha sostituito i fornitori di servizi tecnologici occidentali con aziende locali. L’effetto delle sanzioni ha salvato Mosca
come Kaspersky Lab e quindi il 19 luglio i server di società e compagnie hanno funzionato. Funzionari del Cremlino si sono vantati del fatto che la Russia non sia stata colpita dall’interruzione dei servizi, tanto che il ministero dello Sviluppo digitale ha dichiarato: «La situazione evidenzia ancora una volta l’importanza della sostituzione del software straniero». Mentre un trader di valute ha spiegato alla Reuters: «Tutti si sono preparati da tempo alla possibilità di essere tagliati fuori da Microsoft a causa delle sanzioni. L’incidente attuale è un test di quanto bene ci siamo preparati». Un esempio su tutti di questa preparazione è la banca VTB, che passerà dall’85% al 95% nell’uso di software nazionali spendendo 50 miliardi di rubli (oltre 500 milioni di euro). Anche se questo disaccoppiamento per Mosca e Pechino non significa essere immuni da malfunzionamenti, errori o cyber-attacchi.