Bellingham è già l’uomo in più L’inghilterra va con qualche brivido
Alla Serbia non basta il tifo di Djokovic, Vlahovic spara a salve. Hooligans: incidenti e arresti
Niente scaramanzia, siamo inglesi. La partita non è ancora cominciata che qui tutti già cantano «Football’s coming home», «Il calcio sta tornando a casa», dal 1996 immancabile colonna sonora della Nazionale dei Tre Leoni: non porta bene, visto anche come è andata a finire tre anni fa, ma così è, a ogni popolo i propri costumi. L’europeo è lungo, si vedrà. Va detto che il debutto è andato bene: 1-0 alla Serbia e testa del girone C già conquistata, con Danimarca e Slovenia ferme a un punto. Superiorità netta, anche se la si poteva chiudere prima, evitando un po’ di brividi nel finale. Il gol vittoria è arrivato dopo nemmeno un quarto d’ora col formidabile Bellingham: un colpo di testa potente e coraggioso su cross di Saka, il ragazzo che nella finale con l’italia a vent’anni si fece respingere il rigore decisivo da Donnarumma. Le sue lacrime fecero il giro del mondo, ricevette anche minacce di morte. Qualità e quantità: la squadra del c.t. Soutghate, che ha promesso di andarsene se andrà male anche stavolta, ha tutto per arrivare fino in fondo e spezzare la maledizione che dura dal 1966. Ma, come detto, la strada è appena iniziata. E certi errori andranno corretti. Non ha segnato Kane: solo una traversa nella ripresa. Può rifarsi giovedì nella seconda gara, a Francoforte contro i danesi.
Per provare a partire col piede giusto, Southgate ha schierato subito tutti i suoi uomini migliori: con una rosa da 1,5 miliardi di euro, la più ricca del torneo, ha solo l’imbarazzo della scelta. In attacco, alle spalle dell’eterno Kane, spicca il talento di Bellingham, l’uomo in più, vent’anni e un valore di mercato di quasi 300 milioni di euro. Quando segna il gol vittoria, dalle tribune gli intonano «Hey Jude» dei Beatles.
La tensione però è alle stelle qui a Gelsenkirchen, 260mila abitanti nel cuore della Renania Settentrionalevestfalia, dove l’italia giocherà giovedì contro la Spagna. È la città del decaduto Schalke 04, un tempo habitué in Champions e oggi relegato in serie B, dopo che lo sponsor russo Gazprom ha chiuso i rubinetti in seguito all’invasione dell’ucraina. Gli inglesi sono 40mila, i serbi 10mila, ma si fanno sentire. L’allerta hooligans è ai livelli massimi, dentro allo stadio hanno perfino vietato la birra oltre i 2,8 gradi. E pensare che l’impianto si chiama proprio come una birra, Veltins-arena, lo sponsor. Lo schieramento di polizia è stato raddoppiato, ma non tutto è andato liscio: già prima della partita si sono registrati feriti, in centro. Diversi gli arresti, almeno 7. Secondo le ricostruzioni, le due tifoserie hanno cominciato a scagliarsi sedie e bottiglie.
Sul campo è tutto più tranquillo. L’arbitro è il nostro Daniele Orsato, che a 47 anni chiuderà la carriera con l’europeo: i serbi si sono lamentati per un contrasto in area fra Trippier e Mitrovic, visto dal Var. Lo juventino Vlahovic spara a salve, come Kostic che esce per infortunio. Entrano anche il torinista Ilic e il milanista Jovic, la Serbia cresce ma non abbastanza. Prima della partita, sugli schermi era passato anche il videomessaggio d’incoraggiamento di Novak Djokovic: non è bastato. Finisce come era iniziata, con gli inglesi che cantano. Chissà se dopo 58 anni è davvero la volta buona.