Fuori dalla sala cellulari (e candidati) I sei mediatori che tesseranno la tela
Dall’«osso duro» Tusk a Scholz: il negoziato in mano ai frontman dei partiti
BRUXELLES La spartizione degli incarichi di vertice delle istituzioni Ue deve tenere conto non solo dell’equilibrio politico uscito dalle urne, ma anche di quello di genere e geografico. Stasera il negoziato entrerà nel vivo con la cena informale dei leader Ue, alla quale parteciperanno anche le presidenti uscenti della Commissione Ursula von der Leyen e del Parlamento Ue Roberta Metsola. La riunione è «informale» quindi non ci saranno decisioni.
Von der Leyen e Metsola assisteranno alla prima parte della discussione sull’esito delle Europee, quando il confronto verterà sui top job usciranno dalla sala. Del resto si parlerà anche di loro. E per consentire una discussione libera è probabile che il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, padrone di casa, chieda ai presenti di lasciare fuori i telefoni. Si parlerà pure di Kaja Kallas, che però non lascerà la sala. La premier estone è indicata per il posto di Josep Borrell. I leader liberali che siedono al Consiglio europeo sono cinque: il francese Macron, lo sloveno Golob, l’estone Kallas, il belga De Croo e l’olandese Rutte (di questi ultimi due il primo però è dimissionario e il secondo in uscita). Kallas e De Croo sono anche i due negoziatori della famiglia liberale. Per il Ppe i negoziatori sono il polacco Donald Tusk, che ha fama di essere un osso duro ai tavoli di trattativa, e il greco Kyriakos Mitsotakis. I leader Ue del Ppe che siedono al Consiglio europeo sono 13 e prima della cena in 11 (assenti la lettone Silina e il rumeno Iohannis) si incontreranno in un prevertice in cui metteranno a punto la strategia e faranno presente ai negoziatori cosa vogliono.
Sarà anche la prima volta, spiega una fonte del Ppe, in cui si confronteranno tutti insieme sugli altri nomi, ovvero il socialista António Costa al Consiglio europeo e Kaja Kallas alla guida della diplomazia Ue. Nei giorni scorsi sono stati sollevati dubbi su di lei perché viene considerata da alcuni troppo concentrata sul fronte orientale e antirussa e poco attenta ad altri scenari rilevanti per l’ue come l’africa e il Medio Oriente. Ma dalla sua gioca il fatto che rappresenta l’europa del Nord e orientale. Sono girati altri nomi: i belgi De Croo e Sophie Wilmès, l’attuale ministro degli Esteri del Lussemburgo ed ex premier Xavier Bettel.
I leader socialisti in Consiglio europeo sono 4: il tedesco Scholz, lo spagnolo Sánchez, il maltese Abela, la danese Mette Frederiksen, il cui nome è stato fatto anche come possibile presidente del Consiglio europeo al posto di Costa (tra i rumor anche Letta e Draghi). Per i socialdemocratici i negoziatori sono il cancelliere tedesco Scholz e il premier spagnolo Sánchez.
Per i conservatori al tavolo dei leader siedono Giorgia Meloni e il ceco Petr Fiala. Poi ci sono in non allineati come l’ungherese Viktor Orbán e lo slovacco Robert Fico, espulso dal Pse per le sue posizioni filorusse. Fico è stato vittima di un’attentato e il 9 giugno ha votato dall’ospedale. Per la Bulgaria, che è andata alle urne per la sesta volta in tre anni, siederà il premier ad interim Dimitar Glavchev.
Il Ppe è il primo gruppo al Parlamento Ue con 190 seggi, seguito da S&D con 136, da Renew Europe con 80 e dai conservatori dell’ecr con 76. La divisione dei top job attribuisce al Ppe Commissione e Parlamento, ai socialisti il Consiglio europeo e ai liberali l’alto rappresentante Ue. Ma Meloni ha chiesto che sia tenuto conto del «messaggio» degli elettori, che ha portato alla crescita dell’ecr e dell’estrema destra: in Francia Macron ha indetto per il 30 giugno elezioni politiche anticipate. Il primo nodo da sciogliere sarà la riconferma o meno di von der Leyen, su cui il Ppe non ha intenzione di cedere. Poi da lì si riempiranno le altre caselle. Ma per il via libera ci sarà la logica a pacchetto: l’intesa sarà su tutti i
top job allo stesso tempo.
La preriunione
I membri del Ppe si riuniranno prima per affidare gli obiettivi ai propri intermediari