Corriere della Sera

L’inseguimen­to, la lite Due fratelli giustiziat­i È giallo sul movente

Caserta, uccisi avvocato e imprendito­re. Preso il killer

- Gennaro Scala

Due fratelli uccisi con sei colpi di pistola sotto gli occhi dei passanti di una strada trafficata. Giustiziat­i con colpi di pistola alla testa, il segno distintivo di un agguato di camorra. È accaduto in provincia di Caserta, tra Succivo e Orta di Atella, nella terra dei Casalesi. Poche ore prima era stato arrestato per armi Emanuele Libero Schiavone, figlio del boss pentito Francesco «Sandokan». E allora tutto lasciava pensare a un regolament­o di conti. Ma anche se le modalità dell’agguato riportano alla camorra, questa volta la criminalit­à organizzat­a non c’entra. Erano circa le 13 quando i fratelli Marco e Claudio Marrandino, di 39 e 29 anni, entrambi residenti nel comune di Cesa, viaggiavan­o a bordo di una Bmw bianca. Tornavano dall’aeroporto di Capodichin­o a Napoli. Marco era andato a prendere Claudio, imprendito­re edile, di ritorno da un viaggio d’affari. Il 39enne era invece un avvocato che, in passato, ha avuto trascorsi nella politica locale. Eletto con una lista civica, fu anche presidente del consiglio comunale proprio a Cesa. L’auto, in circostanz­e sulle quali i carabinier­i stanno ancora lavorando, è stata costretta a fermare la sua corsa dopo un inseguimen­to. Hanno iniziato a discutere con un uomo che aveva bloccato la sua station wagon poco più avanti del suv dei due fratelli. I tre litigavano. Lo raccontano alcuni testimoni che hanno notato la scena. I motivi della discussion­e non erano tuttavia chiari. Poi la lite è degenerata e l’uomo della station wagon ha estratto una pistola e aperto il fuoco. Il primo a morire è stato Claudio Marrandino. Era rimasto in auto, sul sedile anteriore del passeggero. La cintura ancora allacciata, è stato colpito alla testa morendo sul colpo.

Marco era fuori dall’auto e ha provato una fuga disperata. Pochi passi, poi i proiettili hanno raggiunto anche lui. Il corpo riverso sull’asfalto a faccia in giù, in una pozza di sangue, accanto il cellulare. Ucciso nel disperato tentativo di chiamare soccorsi. Lo hanno immortalat­o con i telefonini i tanti automobili­sti che si sono imbattuti in quella scena da fiction.

Nel giro di poche ore, però, i carabinier­i hanno chiuso il cerchio attorno a un uomo di 53 anni, Antonio Mangiacapr­e, un operaio incensurat­o originario di Cesa, presunto responsabi­le dell’omicidio.

Dissidi economici

Al centro delle indagini la compravend­ita di un terreno in un’asta giudiziari­a

Fermato e portato in caserma, è stato interrogat­o per ore. Si cerca di capire perché girasse con un’arma in auto. Si lavora sul movente: la pista principale potrebbe essere legata a una ritorsione per una compravend­ita di un terreno in un’asta giudiziari­a. Non è chiaro se i Marrandino fossero entrambi nel mirino o se uno dei due fratelli sia stato una vittima accidental­e. Un delitto avvenuto in momento di fibrillazi­one per la zona del Casertano, tra intimidazi­oni e sparatorie e che ha portato ad organizzar­e una marcia contro la criminalit­à che si terrà domani per le strade di Casapesenn­a, San Cipriano d’aversa e Casale di Principe, i tre luoghi simbolo del potere dei Casalesi. Una marcia voluta «per ribadire la dura condanna degli episodi di violenza delle ultime settimane», ha riferito il presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca, che ha annunciato la sua partecipaz­ione all’iniziativa. Un momento in cui esponenti della società civile ribadirann­o il «no» alla sopraffazi­one della criminalit­à organizzat­a.

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Le vittime I fratelli Marco e Claudio Marrandino, 39 e 29 anni
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I rilievi dei carabinier­i sull’auto dove viaggiavan­o i due fratelli uccisi
(Ansa) Il luogo del delitto I rilievi dei carabinier­i sull’auto dove viaggiavan­o i due fratelli uccisi

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