Corriere della Sera

L’alfa Romeo torna a casa

Si chiama Milano la nuova vettura del Biscione. Nel capoluogo lombardo lo storico marchio sportivo vide le sue origini nel 1910

- Di Edoardo Nastri

Anonima Lombarda Fabbrica Automobili. L’alfa Romeo ha Milano nel sangue. Era il 24 giugno del 1910 quando il marchio veniva fondato nella città meneghina, legandolo per sempre a Milano e all’italia.

114 anni dopo, Milano è diventato il nome proprio di una delle Alfa Romeo più importanti, visto che le dimensioni (4,2 metri di lunghezza, 1,8 di larghezza e 1,5 di altezza) la fanno correre nel campionato più competitiv­o in Europa: quello delle Suv compatte. Le vendite della Milano, la prima Alfa Romeo (anche) elettrica della storia, saranno decisive per il ritorno di auto più emozionali nel futuro: «Vogliamo fare anche coupé, spider e auto ancora più poscuri tenti e attrattive — spiega Jean-philippe Imparato, Ceo di Alfa Romeo —. Ma i conti devono quadrare. Puntiamo tanto sulla Milano e stiamo procedendo al ritmo di quasi un nuovo modello ogni anno: la Tonale nel 2022, adesso la Milano, nel 2025 la nuova Stelvio e nel 2026 la Giulia, entrambe verranno prodotte in Italia, a Cassino».

L’italianità è il tema che ha acceso le polemiche tra il gruppo Stellantis (di cui Alfa Romeo fa parte) e il Governo. L’alfa Romeo Milano è prodotta a Tychy, in Polonia, insieme con la Fiat 600 e la Jeep Avenger. Le ragioni? I costi dell’energia e del lavoro decisament­e più bassi: «Costruirla in Italia avrebbe significat­o farla pagare 10 mila euro in più ai clienti — ha spiegato secco Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, durante la presentazi­one del modello. Questo non mette in dubbio l’italianità della Milano che è stata ingegneriz­zata e disegnata in

Italia». Il passaporto della Milano ha acceso gli animi e la replica del ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso è stata pungente: «Un’auto chiamata Milano non si può produrre in Polonia. Lo vieta la legge italiana che nel 2003 ha definito l’italian Sounding, una norma che ha l’obiettivo di evitare indicazion­i che possano indurre in errore il consumator­e». Se la partita tra Governo e Stellantis è ancora aperta, la Milano ne gioca una tutta sua. Conquistar­e la platea più difficile in ambito automobili­stico: gli alfisti. «È giusto essere così severi, perché Alfa Romeo ha una storia che va rispettata — racconta il capo del design Alejandro Mesonero-romanos —. Il nostro obiettivo non è piacere a tutti, volevamo fare un’auto di carattere, diversa dalle altre e con una personalit­à forte». Il tratto più distintivo è il nuovo scudetto del frontale che ha il Biscione riprodotto graficamen­te nelle versioni più sportive o, in alternativ­a, la firma Alfa Romeo in diagonale. «L’auto non ha una sola superficie piatta. Tra le compatte è la più aggressiva, non ho dubbi», continua Mesonero.

Anche gli interni sono sportivi, si sta seduti in basso, nonostante sia un piccolo Suv, e i materiali sono di buona qualità. Prevalgono i colori con l’alcantara protagonis­ta negli allestimen­ti più ricchi, mentre il quadro strumenti è racchiuso nei due mitici elementi circolari, per gli alfisti «il cannocchia­le». Inedita l’impostazio­ne della consolle, con il display dell’infotainme­nt orientato verso il guidatore.

La Milano è ibrida o elettrica. Nel primo caso il motore è un 1.2 tre cilindri a benzina di origine Peugeot e la potenza è di 136 cavalli, con la possibilit­à, a fine anno, di avere anche la trazione integrale (Q4). L’elettrica può contare su una batteria da 54 kwh, 410 chilometri di autonomia e due potenze: 154 o 240 cavalli, questi ultimi dedicati alla variante più aggressiva Veloce. La Milano è già ordinabile e viene lanciata sul mercato con l’edizione Speciale. Entrambe le versioni si possono comprare con gli incentivi: l’elettrica parte da 39.500 euro, l’ibrida da 29.900 euro.

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 ?? ?? In alto, l’alfa Romeo Milano, Suv compatto lungo 4,2 metri e disponibil­e con motore ibrido o elettrico. Sopra, il manifesto che ritrae la storica fabbrica Alfa Romeo del Portello
In alto, l’alfa Romeo Milano, Suv compatto lungo 4,2 metri e disponibil­e con motore ibrido o elettrico. Sopra, il manifesto che ritrae la storica fabbrica Alfa Romeo del Portello

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