Un’ingenuità che il numero 2 deve evitare (non accadrà mai più)
Non è questione di farsi sempre riconoscere, intesi come italiani che non sanno perdere. E non si tratta neppure di andare dietro ai social, che un attimo dopo il fattaccio già strillavano di vergogna, furto arbitrale, Sinner derubato.
Ma rimane il fatto che nella nostra lunga carriera di spettatori, poche volte ci è capitato di vedere un match così segnato da un singolo episodio. A futura memoria, vale dunque la pena di ricordare come l’errore sia stato fatto da tre persone. Il più grave è quello del giudice di linea. Poi c’è l’arbitro Aurelie Tourte. Infine, Jannik Sinner. Perché anche lui ha sbagliato. Gli è mancata la presenza di spirito per fermare il gioco davanti a una palla che per primo aveva giudicato correttamente, ovvero fuori. Nella concitazione del momento, nel flusso di una partita che ormai viaggiava verso di lui a grandi passi, ha inconsciamente scelto di non fermarsi. È un meccanismo mentale che chiunque abbia giocato a tennis conosce. Se le cose mi stanno andando bene, se ho preso il controllo degli scambi, non voglio interruzioni del gioco, non del’intervento dell’occhio di falco, Federer era noto per confondere la realtà con la sua aspettativa, senza azzeccare mai una chiamata. Dall’anno prossimo, la tecnologia verrà introdotta anche sul rosso, ma il problema è destinato a riproporsi sotto mutate spoglie. Se sulle altre superfici il margine di errore è di 2-3 millimetri, sulla terra battuta è più ampio, a causa delle sua natura mutevole. E nel circuito non mancano certo le personalità capaci di mettersi a litigare con una macchina.