Le mogli pop di Enrico VIII
La storia delle consorti del re inglese nel musical di Marlow e Moss «Abbiamo preso a modello una o più cantanti per ogni regina»
Lo show a Trieste Gli autori di «Six»: portiamo in teatro le narrazioni queer dove di solito vengono trascurate
Sei regine che sembrano popstar. Six, un musical-concerto lungo ottanta minuti dove a cantare sono le sei mogli di Enrico VIII, arriva anche in Italia, in prima nazionale al Rossetti di Trieste (2428 aprile). Caterina d’aragona ha il carisma di Beyoncé; Anna Bolena lo stile di Billie Eilish; Anna di Clèves le sonorità di Nicki Minaj. Il pubblico si diverte, canta e balla, mentre le ex mogli — cui vanno aggiunte Jane Seymour, Catherine Howard e Caterina Parr — a turno raccontano per la prima volta, dal loro punto di vista, la storia che le riguarda: aver intrecciato il proprio destino con quello del re di Inghilterra e Irlanda, rivelatosi poi una specie di spaventoso Barbablù.
Gli autori di Six sono due ex studenti universitari, Toby Marlow e Lucy Moss, oggi 31 e 32 anni. Ricorda Marlow: «Al tempo, era il 2017, l’università voleva portare un musical originale al Fringe Festival di Edimburgo, la vendita dei biglietti avrebbe aiutato l’associazione studentesca e per incassare avremmo dovuto trattare un argomento famoso. Tra le nostre amicizie universitarie molte erano donne o persone non binarie di talento, ci piaceva l’idea di scrivere uno spettacolo che ne mostrasse l’intelligenza e al contempo ospitasse narrazioni queer in uno spazio come quello teatrale dove di solito vengono trascurate. Quindi: un argomento molto conosciuto, abitato da protagoniste. Le mogli di Enrico VIII, ecco un gruppo di donne che tutti conoscono. E se in scena ci fosse un gruppo di ragazze, un concerto pop in cui possono parlare col pubblico? Della serie: “Ciao, siamo qui per cantare, eravamo le sei mogli di Enrico VIII, siamo una girl band”. Così è nato tutto».
Marlow si è documentato leggendo Le sei mogli di Enrico VIII di Antonia Fraser; Moss si è immersa nella docuserie Six Wives With Lucy Worsley. Entrambi hanno adorato il film concerto di Beyoncé del 2011, seland: Elements of 4. «Poiché si tratta di un concerto pop — precisa Moss —, a ispirarci sono state le star della musica che rappresentavano i nostri gusti musicali dell’epoca. Scrivendo lo spettacolo abbiamo preso a modello una o più cantanti per ogni regina. Per Caterina d’aragona, ad esempio, una femminista che sa mettere Enrico VIII al suo posto, abbiamo pensato: “Ok, questa canzone di Beyoncé, questa di JLO e questa di Shakira”, e così abbiamo fatto per tutte le altre sovrane».
Anche per quanto riguarda la creazione dello show, costumi in primis, ideati da Gabriella Slade e premiati, nel 2020, col Tony Award (assegnato anche a Marlow e Moss per la migliore colonna musicale originale), l’idea è venuta dai look iconici delle popstar: la corona d’oro di Beyoncé, gli outfit di Kathy Perry, quelli di Lady Gaga. Caterina Parr guarda ad Alicia Keys ed Emeli Sandé; Catherine Howard include elementi di Britney Spears e Ariana Grande; Anna Bolena è modellata su Miley Cyrus; Jane Seymour su Adele.
Six ha preso d’assalto i palcoscenici dal West End a Broadway. «Non si tratta solo di intrattenimento — sottolinea Marlow —, ma di offrire anche una lezione importante sui temi della violenza contro le donne e la loro dignità».
La regina preferita dei due autori? Anna di Clèves. «Tutti pensano che fosse la più triste — spiega Moss —, ma è dipinta così perché a raccontare la storia sono sempre gli uomini, in realtà il matrimonio con Enrico VIII fu brevissimo, si incontrarono che lei aveva 24 anni, lui più del doppio, e per quei sette mesi insieme (durante cui lui allacciò una relazione con la damigella d’onore Catherine Howard) fu generosamente ricompensata: poté godere di una rendita annua, recarsi a corte quando voleva, organizzare serate danzanti a palazzo». Aggiunge Marlow: «Quella di Anna di Clèves è la storia più positiva. Un’altra figura interessante è Caterina Parr, ricordata come la prima scrittrice d’inghilterra a pubblicare un’opera originale col proprio nome». Marlow e Moss sono ora al lavoro su un nuovo spettacolo: «Si intitolerà Why Am I So Single?, parla di due autori di teatro musicale molto amici e perennemente single. Finché una sera decidono: ora basta, non usciremo di casa finché non avremo capito ciò non va in noi, cosa possiamo fare per cambiare le cose».
Non si tratta solo di intrattenimento ma di offrire anche una lezione sui temi della dignità delle donne e della violenza contro di loro