I grandi d’europa: c’è posto
Salotto buono Bayern, City, Real e Psg già qualificate sono in attesa Inter e Napoli sono pronte all’ultima mossa per raggiungere i quarti di Champions Superato l’ostacolo poi tutto può accadere
Una squadra che vola come l’inter. Un’altra che ha ritrovato giusto in tempo la strada per l’aeroporto, come il Napoli. L’europa le aspetta. E loro aspettano il ritorno degli ottavi di Champions per capire se nel salotto buono c’è posto assieme a Bayern, City, Real, Psg, che si sono accomodate ai quarti senza strafare, vuoi per l’avversario (il City ha fatto turnover col Copenhagen), vuoi per la prestazione, come il Real fischiato dal Bernabeu per lo striminzito pareggio con il Lipsia al ritorno. Ma siamo a inizio marzo, la strada è lunghissima. E non solo perché Inter e Napoli la prossima settimana devono andare al Metropolitano di Madrid e al Montjuic di Barcellona (il Camp Nou è chiuso per lavori) a giocarsi una qualificazione ancora molto aperta. Vale per l’inter, che parte da un gol di vantaggio, comunque preziosissimo. E vale anche per gli azzurri di Calzona, a caccia di un’impresa dopo l’1-1 del Maradona: difficile ma non impossibile, contro un Barça che ha appena perso Pedri e De Jong per infortunio.
Per ricordare quanto siano imponderabili gli ultimi tre mesi di Champions basta ricordare com’era messa proprio l’inter un anno fa: il 10 marzo perdeva anche a La Spezia una partita assurda e partiva per Oporto piena di dubbi, a cominciare da quelli sulla panchina di Inzaghi, salvata sempre in Portogallo ai quarti con il Benfica (dopo altri ko in campionato) e poi blindata con il derby vinto in semifinale e la prestazione contro il City a Istanbul.
Quei mesi e quella notte, anche se amara, hanno cambiato tutto nella testa dell’inter, che ha mezza rosa diversa. Le incognite non mancavano, ma l’inter è diventata totalmente inzaghiana, più forte ancora. E adesso arriva al primo bivio con tante certezze. Tra queste, anche una inconfessabile, almeno per ora: se si supera l’ostacolo Simeone, tutto può accadere. Perché gli squadroni hanno punti deboli e il divario, che dodici mesi fa sembrava siderale, fa meno paura. Anche se Mbappé e Haaland sono già carichi (ma anche Donnarumma, Foden o De Bruyne) e Real e Bayern possono solo migliorare. E sanno come farlo, anche se due stelle come Bellingham e Kane si giocano la Champions per la prima volta in carriera.
«Se becchi Inzaghi in Coppa sei nei guai» ha detto pochi giorni fa il grande Thierry Henry, che la prossima settimana aspetta al varco anche il suo Arsenal, che deve rimontare l’1-0 di Oporto e la vincente di Psv-dortmund (1-1 all’andata). L’ex campione francese è uno dei consiglieri speciali di Marcus Thuram. E anche per questo motivo, oltre che per il suo lavoro a Sky Uk, segue con attenzione l’inter, che ha la miglior difesa e la miglior differenza reti d’europa, almeno in campionato. In una dettagliata analisi del gioco nerazzurro, Henry ha spiegato al pubblico inglese come è migliorata la squadra che ha spaventato il City in finale: «Se non sei in posizione, prendi contropiede. Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan quando hanno la palla sono abbastanza bravi da saper giocare. Hanno Lautaro che viene indietro e Thuram che copre lo spazio anche a sinistra quando non lo fa Dimarco o a destra quando non salgono Dumfries o Darmian. I gol contro Juve e Milan quest’anno sono arrivati così».
Gli inglesi hanno preso nota, forse più come argomento di conversazione al pub che per convinzione. Ma del resto il ruolo di outsider è quello da sempre preferito da Inzaghi, che lo ha saputo sfruttare riportando l’inter prima agli ottavi (due anni fa uscì col Liverpool, vincendo a Anfield) e poi in finale. In entrambi i casi per la prima volta dopo l’era gloriosa di Mourinho.
Per Madrid, Simone sta lucidando tutta l’argenteria: Thuram domani a Bologna può tornare titolare, Acerbi assente all’andata è recuperato e Calhanoglu da ieri lavora con il gruppo. Per il Metropolitano anche il turco sarà pronto, così come Griezmann nell’atletico che però si è allenato ancora a parte. Per Simeone, in corsa solo per il quarto posto in Liga, è una partita che vale la stagione. L’inter che domina la serie A ha una pressione diversa, meno ansiogena. Quella che deriva dall’ambizione.