Più utili per Nexi «Faro sulle cessioni»
Risultati in crescita per Nexi che, nonostante una maxi-svalutazione da 1,3 miliardi di euro, è pronta a remunerare i soci.
Il gruppo dei pagamenti ha chiuso l’anno con una perdita di un miliardo. Il rosso è frutto del drastico taglio del valore a bilancio di alcune attività, legato all’andamento delle azioni in Borsa (-65% dai massimi di luglio 2021) e al rialzo dei tassi da parte della Bce. Tolto questo peso contabile, però, Nexi ha proseguito nel suo percorso industriale nel 2023. I ricavi sono saliti del 7% a quasi 3,4 miliardi e il margine di profitto del 10% a 1,8 miliardi. Senza la maxi-svalutazione, così, la società avrebbe chiuso l’anno con un utile di 712 milioni. Il gruppo ha poi generato oltre 600 milioni di cassa, pur avendo pagato sul debito di 5 miliardi 245 milioni di interessi, il 14% in più del 2022.
Sulla scorta di questi numeri, il consiglio ha proposto all’assemblea di avviare un buyback da 500 milioni che dovrebbe portare Nexi a riacquistare circa il 13% del flottante. «Nonostante un contesto di mercato più difficile, stiamo entrando in una nuova fase della società dove non solo continueremo a ridurre la leva finanziaria e a investire, ma anche a restituire capitale agli azionisti», ha rimarcato l’amministratore delegato Paolo Bertoluzzo mostrando grande fiducia sulle prospettive di Nexi nei pagamenti.
Dopo le acquisizioni di Sia e Nets, il gruppo ha raggiunto una dimensione tale per cui è giunto il momento di concentrarsi più sulla crescita interna e meno sulle acquisizioni. «Non vediamo grandi opportunità di m&a», ha detto Bertoluzzo, senza escludere operazioni sulla monetica bancaria, purché alle giuste condizioni di prezzo. Quanto alle possibili cessioni, il manager ha ammesso che all’interno della divisione Digital Banking Solutions, che comprende la rete interbancaria, ci sono attività non strategiche che potrebbero essere vendute. Secondo indiscrezioni, trattative sarebbero in corso con il fondo F2i.