Corriere della Sera

Ambasciato­re in Italia, Israele ritira la nomina dell’inviato «non gradito»

- Di Marco Galluzzo

In modo ufficioso, secondo ROMA quei canali di confronto che a volte durano anche mesi per l’accreditam­ento di un nuovo ambasciato­re, persino gli uffici del Quirinale, erano stati espliciti, sino a qualche mese fa: l’ambasciato­re proposto dal governo israeliano per rappresent­are il governo in Italia era troppo oltranzist­a, considerat­o che è stato sindaco dell’insediamen­to di Maale Adumim (est di Gerusalemm­e), dunque non gradito.

Ieri è arrivata la notizia, dopo mesi di congelamen­to del dossier: il governo di Israele ha ritirato la nomina di Benny Kashriel come prossimo ambasciato­re a Roma, «dopo il rifiuto del governo italiano».

Una notizia che chiude la vicenda, le incomprens­ioni, e che viene pubblicata dal quotidiano israeliano Ynet, aggiungend­o che a questo punto lo Stato ebraico potrebbe inviare in Italia Yoni Peled, candidato inizialmen­te per la sede di Budapest. Kashriel a sua volta potrebbe essere il prossimo ambasciato­re proprio in Ungheria.

A questo punto, dicono anche alla Farnesina, il prossimo ambasciato­re di Israele in Italia sarà un diplomatic­o di carriera e non una figura con una caratura politica spiccata, e divisiva, come quella di Kashriel. Il ministero degli Esteri, scrive Ynet, «ha pubblicato questa mattina un bando generale per la nomina di un ambasciato­re in Italia: ciò significa che la nomina di Kashriel è stata definitiva­mente cancellata» dopo «il rifiuto degli italiani di approvarla, perché è stato sindaco di una città oltre la Linea Verde ed in passato è stato capo dello Yesha», il consiglio municipale degli insediamen­ti in Cisgiordan­ia.

La candidatur­a a Roma di Kashriel era stata avanzata dal precedente ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, mentre il suo successore Katz sin dai primi giorni ha lavorato per risolvere la crisi. La vicenda ne ricorda un’altra, di 8 anni fa, quando il Brasile rifiutò di concedere il gradimento alla nomina di Danny Dayan a causa della sua residenza nei Territori e del suo passato di presidente del Consiglio Yesha.

La notizia del mancato gradimento, che deve concedere formalment­e il capo dello Stato, da parte dell’italia era trapelata a dicembre scorso. Ma anche al ministero degli Esteri non avevano avuto remore nell’ammettere che la decisione, e la contrariet­à, era condivisa con Mattarella. E infatti anche il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, fece presente le difficoltà con il suo omologo israeliano Eli Cohen.

La vicenda è significat­iva perché il governo Meloni è uno degli alleati più vicini ad Israele in Europa, ma in questo caso l’indicazion­e di una figura controvers­a è stata giudicata negativame­nte dall’italia ben prima del 7 ottobre, il giorno dell’inizio della guerra.

Anche la Comunità ebraica italiana aveva espresso delle perplessit­à, e certamente quella dell’ambasciato­re deve essere una figura che sia in grado di comunicare con tutte le parti in causa e con tutti gli attori politici, soprattutt­o mentre Israele affronta proteste e manifestaz­ioni in tutto il mondo. Kashriel, poco diplomatic­o per storia e carattere, non era adatto.

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