Ambasciatore in Italia, Israele ritira la nomina dell’inviato «non gradito»
In modo ufficioso, secondo ROMA quei canali di confronto che a volte durano anche mesi per l’accreditamento di un nuovo ambasciatore, persino gli uffici del Quirinale, erano stati espliciti, sino a qualche mese fa: l’ambasciatore proposto dal governo israeliano per rappresentare il governo in Italia era troppo oltranzista, considerato che è stato sindaco dell’insediamento di Maale Adumim (est di Gerusalemme), dunque non gradito.
Ieri è arrivata la notizia, dopo mesi di congelamento del dossier: il governo di Israele ha ritirato la nomina di Benny Kashriel come prossimo ambasciatore a Roma, «dopo il rifiuto del governo italiano».
Una notizia che chiude la vicenda, le incomprensioni, e che viene pubblicata dal quotidiano israeliano Ynet, aggiungendo che a questo punto lo Stato ebraico potrebbe inviare in Italia Yoni Peled, candidato inizialmente per la sede di Budapest. Kashriel a sua volta potrebbe essere il prossimo ambasciatore proprio in Ungheria.
A questo punto, dicono anche alla Farnesina, il prossimo ambasciatore di Israele in Italia sarà un diplomatico di carriera e non una figura con una caratura politica spiccata, e divisiva, come quella di Kashriel. Il ministero degli Esteri, scrive Ynet, «ha pubblicato questa mattina un bando generale per la nomina di un ambasciatore in Italia: ciò significa che la nomina di Kashriel è stata definitivamente cancellata» dopo «il rifiuto degli italiani di approvarla, perché è stato sindaco di una città oltre la Linea Verde ed in passato è stato capo dello Yesha», il consiglio municipale degli insediamenti in Cisgiordania.
La candidatura a Roma di Kashriel era stata avanzata dal precedente ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, mentre il suo successore Katz sin dai primi giorni ha lavorato per risolvere la crisi. La vicenda ne ricorda un’altra, di 8 anni fa, quando il Brasile rifiutò di concedere il gradimento alla nomina di Danny Dayan a causa della sua residenza nei Territori e del suo passato di presidente del Consiglio Yesha.
La notizia del mancato gradimento, che deve concedere formalmente il capo dello Stato, da parte dell’italia era trapelata a dicembre scorso. Ma anche al ministero degli Esteri non avevano avuto remore nell’ammettere che la decisione, e la contrarietà, era condivisa con Mattarella. E infatti anche il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, fece presente le difficoltà con il suo omologo israeliano Eli Cohen.
La vicenda è significativa perché il governo Meloni è uno degli alleati più vicini ad Israele in Europa, ma in questo caso l’indicazione di una figura controversa è stata giudicata negativamente dall’italia ben prima del 7 ottobre, il giorno dell’inizio della guerra.
Anche la Comunità ebraica italiana aveva espresso delle perplessità, e certamente quella dell’ambasciatore deve essere una figura che sia in grado di comunicare con tutte le parti in causa e con tutti gli attori politici, soprattutto mentre Israele affronta proteste e manifestazioni in tutto il mondo. Kashriel, poco diplomatico per storia e carattere, non era adatto.