«Non restiamo indifferenti Il conformismo crea mostri»
Raccontare il mondo e difendere i diritti. È lo scopo del premio Inge Feltrinelli che oggi viene assegnato a Milano ed è dedicato alle donne e alle giovani generazioni. In giuria, anche Pinar Selek, sociologa, scrittrice e attivista turca.
Il dissenso sembra l’ultimo baluardo della libertà. Ma comporta costi sempre più elevati, anche in termini di vite. Le ragazze iraniane, Navalny: lei stessa è stata rinchiusa nelle carceri turche per il sostegno alla causa curda.
«Sì, purtroppo viviamo in un mondo terribile. La civiltà umana non sembra tendere alla felicità, anzi sembra basarsi sulla crudeltà. So che la paura riduce la qualità della vita. Fino ad oggi sono riuscita a superare la paura e a non sottomettermi all’ingiustizia e a restare vigile contro il conformismo, l’assenza di pensiero e l’indifferenza verso gli altri perché ho imparato da Hannah Arendt che questi tre atteggiamenti possono renderci dei mostri banali. Quindi ho lottato, fin dall’infanzia. Ho paura ma ho anche bisogno di dignità, libertà e giustizia. Questo bisogno è molto più forte della paura».
La politica è il mezzo che ha scelto per lottare, ma anche la letteratura e la sociologia. Perché questi diversi piani?
«Io intendo la politica in senso lato. Nella sua accezione libertaria, ecofemminista e intersezionale. Ma ci devono essere anche altre chiavi di lettura che ci aiutino ad andare oltre una visione del mondo maschilista, razzista ed eurocentrica».
Ha ancora senso scendere in piazza nell’era di Tiktok?
«Di fronte agli orrori attuali, ci sentiamo vuoti, senza parole. Ma la sfida sta proprio nel continuare a lottare per trovare quelle parole e non farsele portare via».