Abruzzo, Schlein ci crede: vinciamo Scintille tra Marsilio e il predecessore
Sanità, il candidato di FDI accusa D’alfonso. La segretaria pd: ora un presidente che viva qui
Quando parte il refrain di Italodisco, «Questa non è Ibiza», ed Elly Schlein, accanto a Stefano Bonaccini e al candidato Luciano D’amico inizia a ballare entusiasta, convinta che «vinciamo noi», Marco Marsilio ha già scommesso la barba che sarà riconfermato («la ho da 35 anni»).
Ma la situazione è tutt’altro che definita in un Abruzzo preso d’assalto dalla politica nazionale, in vista del voto di domenica. A sostegno di Marsilio sono scesi in campo i ministri: Casellati, Locatelli, Valditara. Matteo Salvini ha rilanciato su un piano da «100 mila nuove case per gli italiani». E Francesco Lollobrigida, all’aquila per la cittadinanza onoraria ai carabinieri forestali, ha assicurato l’obiettivo di «cancellare la mafia dei pascoli». Ed è intervenuta, in tv, anche Giorgia Meloni: «Marsilio ha governato bene. Ha lavorato sulle infrastrutture. Ha costruito nuovi ospedali». Sull’accusa di «non abruzzesità», ha detto: «È cresciuto a Roma ma è abruzzese da 7 generazioni». Dopo che Marsilio aveva rinfacciato a Schlein di «avere un padre statunitense, un nonno armeno, essere nata e cresciuta in Svizzera».
«Il punto non è dove è nato, ma che non ha scelto di vivere qui h24 per seguire i problemi degli abruzzesi», ha controreplicato Schlein nel comizio finale del suo tour. «Siamo qui, io e Bonaccini, per dire che quando il Pd è unito trascina tutto il centrosinistra. E uniti si vince», ha esultato. Le fa eco il governatore: «Non vogliamo più le stagioni in cui nel Pd si facevano la guerra e dalle nostre divisioni arrivavano le vittorie della destra». Schlein è sicura che «gli abruzzesi possano riprendersi in mano il proprio futuro». E ha invitato soprattutto le donne a farsi parte attiva in una sfida che dopo la Sardegna sembra più a portata di mano.
Schlein enumera le richieste delle tante persone incontrate. A partire dalla sanità: «Una mamma malata oncologica ci ha detto che aspettare due anni per una gastroscopia annulla la prevenzione. Saremmo voluti andare nell’ospedale di Popoli, svilito dalla destra, ma non ci hanno fatto entrare», denuncia. Per passare alla scuola e agli impianti sportivi: «Dopo il tuffo con la cuffia gialla di Marsilio, Le Najadi è stato chiuso e abbandonato», alludendo a un impianto chiuso per irregolarità nella gara d’appalto. E ancora trasporti, diritti Lgbt. Battaglie oggetto della «rivoluzione dolce» promessa da D’amico. Poi la stoccata a Marsilio: «Se dopo 5 anni devi far venire un’infilata di ministri non hai nulla da dire».
Scintille tra il governatore e il predecessore, il senatore
L’ospedale
Alla leader democratica negato l’accesso all’ospedale di Popoli Polemiche
Il duello sulle origini La replica di Meloni: «Marsilio è abruzzese da sette generazioni e ha governato bene»
dem Luciano D’alfonso, per una telefonata, finita sui social, nella quale metteva in guardia il dg della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, dal partecipare a un’inaugurazione in cui era presente Marsilio («Mi raccomando, tu distinguiti. Non possiamo ricominciare tutto da capo»). «Triste che un parlamentare scriva ai dg delle Asl per intimidirli e che telefoni a uno di loro per minacciarlo», attacca Marsilio. «Gli ho detto di evitare di diventare “proboscide elettorale”», la replica. Mentre il dg annuncia querele.