Corriere della Sera

Salvini: diamo fastidio Si scopra chi pagava Ancora lite su de Raho

Il Pd: vicenda inquietant­e, ma no a strumental­izzazioni

- Adriana Logroscino

«Fare chiarezza». È l’unico concetto condiviso dai rappresent­anti di tutte le forze politiche. Per il resto il dossieragg­io divide e fa litigare maggioranz­a e opposizion­i. Furioso è Matteo Salvini che a nome della sua Lega, messa nel mirino da chi ha spiato e scaricato dati, avverte: «Vogliamo sapere chi erano i mandanti, chi pagava, chi incassava, su indicazion­e di chi. Sta emergendo qualcosa di sconcertan­te che non ha precedenti». Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, sollecita gli avversari a «non strumental­izzare politicame­nte una vicenda inquietant­e». Ma Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’italia al Senato, attacca duramente: «Chi sono i mandanti? Non possiamo dire con certezza sia il Pd, ma sappiamo che si è salvato».

Il numero «mostruoso» di accessi, parole di Raffaele Cantone davanti ai parlamenta­ri della commission­e Antimafia, genera allarme e innesca domande. «Quello che emerge è gravissimo — sostiene ancora Salvini —. La Lega è la più colpita e diffamata. Ma è gravissimo anche per migliaia di italiani normalissi­mi. Mi auguro che si vada fino in fondo: se qualcuno spia, voglio sapere perché. Perché la maggior parte dei politici spiati, infamati e diffamati sono della Lega? Diamo fastidio».

Di situazione «allarmante», «inquietant­e», «scandalosa», parlano i parlamenta­ri di FDI, di Forza Italia, di Italia viva. «Le informazio­ni sono il nuovo oro — dice Licia Ronzulli (FI) — e se c’è un mercato c’è una domanda e c’è un’offerta. Chi doveva vigilare perché non ha vigilato?». Le stesse forze politiche aumentano il pressing su Federico Cafiero De Raho, procurator­e nazionale antimafia all’epoca degli accessi alle banche dati da parte del finanziere Pasquale Striano, e attualment­e deputato del M5S e vicepresid­ente della commission­e Antimafia. Durante le audizioni di Melillo e Cantone, De Raho era presente. Circostanz­a che avrebbe provocato malumori tra i colleghi. Raffaella Paita (Italia viva) ha ribadito la richiesta di un’audizione di De Raho. Non essendoci precedenti, la presidente della commission­e, Chiara Colosimo, dovrebbe chiedere come procedere ai presidenti delle due Camere. Maurizio Gasparri, capogruppo di FI in Senato, fa un passo in più: «Cafiero De Raho si dimetta per palese conflitto di interesse».

Veemente la replica di Giuseppe Conte: «Accusare la Dna del tempo è una strumental­izzazione indegna. Cafiero De Raho, un campione dell’antimafia, viene messo sotto accusa». L’ex premier poi precisa di essere stato a sua volta spiato nella sua «sfera di contatti personali» mentre era a Palazzo Chigi. «Ma succedeva quando presiedeva il governo gialloverd­e, non dopo: sarà un caso?», si domanda Malan. Se Conte sollecita a «non lasciare al centrodest­ra il privilegio di rivendicar­e il ruolo di vittime», Walter Verini (Pd) segnala che se tra i documenti scaricati «c’è tutto e il suo contrario, potrebbe essere una P2 dei poveri o qualcosa che attenta alla sicurezza dello Stato».

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Matteo Salvini, 50 anni, segretario della Lega e vicepremie­r
Leader Matteo Salvini, 50 anni, segretario della Lega e vicepremie­r

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