Da Rothko a Hallyday, le mostre imperdibili
Mise en scène: non c’è forse espressione migliore per definire il carattere di Parigi. Allestimento, regia, rappresentazione. Tre giorni nella capitale francese, (più o meno il tempo previsto da questa nuova collana di guide dedicate alle brevi fughe turistiche) per immergersi nella sua teatralità. Mentre fervono i cantieri in vista delle Olimpiadi, le mostre sono sempre la cartina di tornasole di una città nata per stupire. A cominciare da quella che col passaparola è diventata il grande successo di questa prima parte del 2024, la retrospettiva su Mark Rothko, fino al 2 aprile, alla Fondazione Louis Vuitton. Ospitata nello spiazzante edificio concepito da Frank Gehry come un vascello in tempesta, è uno di quei pochi casi in cui il contenitore non fagocita il contenuto. L’espressionista astratto famoso per le forme che esplorano ogni gradazione di colore, qui si rivela in un’emozionante biografia che parte dagli anni del figurativismo e termina nelle tonalità neutre di un approdo spirituale. Nel segno dei grandi allestimenti, a Paris Expo fino al 16 giugno la mostra omaggio a Johnny Hallyday, rockstar francese con il mito di Elvis Presley e James Dean, emoziona per l’alternanza di memorabilia, documenti e tecnologia. Raffinatissimo artigianato e creatività in 3D in un dialogo tra moda e fenomeni della natura nella mostra che il Museo delle Arti Decorative dedica fino al 28 aprile agli abiti della designer olandese Iris van Herpen, visitatissima nei giorni delle sfilate. E già si preannuncia le celebrazione, dal 26 marzo al 14 giugno al Museo d’orsay, dei 150 anni dell’impressionismo.