Indian Wells, Sinner è già n.2 (però virtuale) Torna Halep
Per la proiezione della classifica Atp, in mano a un algoritmo che scarta i punti dei tornei dell’anno prima, Jannik Sinner è già n.2 del mondo. Sono gioie, per carità, grazie della fiducia, ma il traguardo va conquistato sul campo nel deserto della California, in quell’enclave per ricchi voluta dal boss di Oracle, Larry Ellison, che si chiama Indian Wells. Il primo Master 1000 della stagione raduna tra i cactus tutti i big che dopo l’australian Open (regno di Sinner) si erano sparpagliati in giro, riecco il n.1 Djokovic, reduce da lunghe vacanze, e il n.2 reale Alcaraz, proveniente dalla fastosa esibizione di Las Vegas targata Netflix con l’avo Nadal, destinati a incrociare la traiettoria letale del barone rosso in semifinale (Carlos, come l’anno scorso) e finale (Nole, che nel 2023 a Indian Wells non c’era in quanto non vaccinato contro il Covid).
Sinner, che parte come testa di serie n.3 con un bye al primo turno, è l’uomo da battere: è sbarcato in California con una striscia di 15 match consecutivi vinti (4 set persi su 34 giocati) in valigia, il primo Major in tasca più il torneo di Rotterdam, che gli è servito per dimostrare che gli sbandamenti non abitano qui e che nemmeno l’essere tirato per la giacchetta dalle istituzioni (micidiale tripletta romana Farnesina-chigiquirinale) l’ha distratto di un millimetro dalla meta. A Indian Wells, clamoroso, potrebbe ritrovare il tennis l’ex n.1 del mondo Simona Halep, cui il Tas ha condonato 39 mesi di squalifica (erano 4 anni, sono diventati 9 mesi, già scontati) per una positività senza profilo di «significativa colpa o negligenza». Il doping fu conseguenza di una contaminazione non intenzionale a un integratore datole da Mouratoglou, oggi coach di Rune. Holger, occhio.