«Primo: l’indipendenza deve essere economica Così tu scegli da sola»
Emma Bonino ha una certezza: una donna in grado di mantenersi è libera. Dice: «Ho letto una cosa che mi ha molto stupito: le coppie sono tornate alla comunione dei beni. A me ha sempre fatto abbastanza orrore». Politica, fondatrice di +Europa, Bonino, 75 anni, come sempre usa parole molte nette: «Le donne che lavorano in posti che le soddisfano sono più libere delle casalinghe».
Da piccola che lavoro sognava?
«Non lo sapevo, sono figlia di contadini, ero contenta di andare a scuola, mi è sempre piaciuto studiare. Poi è la politica che ha incontrato me, come è noto».
Si ricorda il primissimo lavoro?
«Durante l’università, un’estate avevo fatto due mesi alla Motta a impacchettare panettoni. Quel lavoro me l’aveva procurato il marito di un’amica che era il direttore dell’azienda».
Qual è stata l’esperienza più difficile in politica?
«Essere Commissario umanitario, è stato difficile gestire, per esempio, un campo di un milione di rifugiati, con le Nazioni Unite o senza le Nazioni Unite».
Quando ha capito che poteva vivere della sua passione?
«Dal 1975 ce l’avevo fatta. Poter vivere delle proprie passioni è un privilegio enorme. Ho iniziato con la lotta contro l’aborto clandestino in famiglia Radicale e non ho più lasciato».
Cosa direbbe a una ventenne?
Vivere delle proprie passioni è un privilegio enorme, io dal 1975 non ho mai lasciato la politica
«Se la politica è per lei un lavoro, lasci perdere, se ne trovi un altro».
Che cosa vuol dire essere una donna indipendente?
«Mille cose, innanzitutto l’indipendenza economica, per me essenziale. Conosco un sacco di ragazze che non divorziano perché non saprebbero dove andare. L’indipendenza economica consente la libertà intellettuale, significa essere libere di scegliere, anche libere di soffrire, però non per dipendenza altrui».