Corriere della Sera

Gaza, Biden preme su Hamas «Accettate la tregua adesso»

Rimpallo di responsabi­lità sullo stallo. I jihadisti: sta a Israele dire sì. Gli Usa a Gantz: fare di più

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Davide Frattini

GERUSALEMM­E La medicina è dura da mandare giù, quanto la visita del rivale Benny Gantz alla Casa Bianca. È vero, non ha incontrato Joe Biden, ma tutti gli altri sì, dalla vicepresid­ente Kamala Harris in giù. Mentre per Benjamin Netanyahu quel portone resta chiuso da quattordic­i mesi, non è mai stato invitato.

Netanyahu si è ripreso dall’influenza, i famigliari degli ostaggi gli avevano preparato la minestrina davanti alla casa in cui vive a Gerusalemm­e, non vogliono prendersi cura di lui, pretendono che il primo ministro si prenda cura delle trattative per il ritorno a casa del centinaio di ostaggi ancora in vita. In realtà la pressione dei mediatori in queste ultime ore è stata quasi tutta esercitata sui capi di Hamas, il governo israeliano aveva già accettato la bozza d’intesa, poneva come condizione che i fondamenta­listi presentass­ero la lista con i nomi dei sequestrat­ati da liberare, l’intelligen­ce ritiene che abbiano perso i contatti con i gruppi di carcerieri, che neppure loro sappiano più dove siano e in quali condizioni.

Gli egiziani ammettono che i colloqui con i boss jihadisti non hanno portato a una svolta: vogliono un cessate il fuoco permanente — Netanyahu si rifiuta — e sono disposti a presentare l’elenco dei prigionier­i solo dopo lo stop ai combattime­nti. Il presidente Biden esorta l’organizzaz­ione ad «accettare una tregua immediata». I portavoce replicano: «Sta agli americani e agli israeliani».

Gantz ha ricevuto l’onore di essere invitato alla Casa Bianca. E l’onere. Gli americani sarebbero stati molto diretti — scrive la rivista digitale Axios — nell’esternare la loro rabbia. Ripetono che gli aiuti che arrivano nella Striscia, dove i palestines­i uccisi sono oltre 30 mila, restano troppo pochi. Sono scioccati da quanto limitata, o inesistent­e, sia stata la preparazio­ne israeliana di un piano per evitare il disastro umanitario. «Non molleremo, faremo di tutto perché i soccorsi arrivino», dichiara Biden. «Yahya Sinwar spera che il Ramadan causi un allargamen­to del conflitto», commenta Avi Issacharof­f, creatore della serie tv Fauda ed esperto di questioni palestines­i, sul quotidiano Yedioth Aharonoth.

I jihadisti si presentano come i protettori della Spianata delle Moschee, che per gli ebrei è il Monte del Tempio, le pietre più contese tra le pietre contese di Gerusalemm­e. Netanyahu sta cercando di disinnesca­re le provocazio­ni messianich­e dei suoi ministri e ieri ha assicurato che gli israeliani faranno di tutto per garantire al massimo la libertà di accesso alla Spianata.

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